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Incontri con gli EX: ARCANGELO SCIANNIMANICO

1990 04 01. Sciannimanico

Uno dei periodi più esaltanti per la tifoseria rossoverde degli ultimi trenta anni è sicuramente quello a cavallo degli anni ’80 e ‘90. Infatti fu in quel periodo che la Ternana tornò a riavvicinare la tifoseria con i successi sul campo della squadra, guidata da Mister Tobia, dopo che per oltre un decennio erano state solo delusioni e retrocessioni, quando addirittura dalla serie A del 1974-’75 si era precipitati fino alla serie C2 nel 1985-‘86, con un fallimento societario alle spalle nel post-Migliucci, salvata in extremis dall’intervento del duo ternano Vagnarelli-Vico che evitò così il rischio concreto della radiazione. La svolta definitiva avvenne nell’estate del 1988, quando alla guida della Società arrivò l’imprenditore siciliano Gaspare Gambino, il quale, grazie al contributo determinante del ternano Ernesto Bronzetti, riuscì praticamente dal nulla, ed in pochissimo tempo, a costruire una formazione che tante gioie avrebbe poi dato ai tifosi. Alla guida di quella squadra, come abbiamo detto, venne chiamato Mister Tobia, e con lui arrivarono i giocatori, a mano a mano che ci si avvicinava all’inizio del campionato. Vennero scelti per lo più calciatori di esperienza, spesso a fine carriera, ma che erano determinati a dare tutto in campo per ottenere quello a cui il Mister e tutto l’ambiente aspiravano. Fu con questi presupposti che quel campionato di C2 vide la Ternana lottare per tutta la stagione per riuscire a piazzarsi tra le prime due formazioni, ed ottenere così la promozione in C1. Promozione che arrivò grazie al mitico spareggio di Cesena, contro il Chieti, con 15.000 tifosi rossoverdi al seguito. In quella formazione c’era un giocatore che si rivelò determinante sia in campo che nello spogliatoio e che abbiamo incontrato per questo numero di “Daje mò”: Arcangelo Sciannimanico, per tutti “Lello”.
Sciannimanico nasce a Bari l’8-09-1956 e cresce calcisticamente come centrocampista nelle giovanili del Bari, società con cui fa anche l’esordio in serie B e dove rimarrà per cinque stagioni. La sua carriera poi lo vedrà militare in formazioni di serie B e C, conquistando, con alcune di loro, più volte la promozione nella categoria superiore. Come abbiamo visto, Sciannimanico arriva alla Ternana nell’estate del 1988, dove diventerà anche il capitano e dove rimarrà per due stagioni, con la vittoria di cui abbiamo già parlato. Poi alla terza stagione, nel dicembre del 1990, dopo innumerevoli e “strane” vicende e frizioni con la presidenza, arriverà l’addio a quella maglia tanto amata con la formula dello svincolo. La carriera di Sciannimanico continuerà poi, ancora per qualche stagione, in formazioni di serie C. Una volta tolte le scarpette inizierà la carriera di allenatore che lo porterà in diverse società, anche all’estero, e che oggi lo vede come responsabile del settore giovanile del Bari.

1) Qual è stato il suo primo rapporto con un pallone da bambino?  
Come tutti i bambini della mia generazione ho cominciato a dare i primi calci ad un pallone, nei vicoli e nell’oratorio del proprio quartiere, nel mio caso quello di Loseto a Bari. 


2) Si ricorda un momento di felicità da parte dei suoi genitori per i suoi risultati professionali? 
Devo dire che i miei nonni mi hanno sempre osteggiato perché, anche per una questione generazionale, non hanno mai creduto che il calcio potesse essere anche un lavoro, invece soprattutto mio padre mi ha aiutato moltissimo. Lui ha cominciato a seguirmi fin da quando ero molto piccolo e giocavo sempre con quelli più grandi di me, quando già si capiva che avevo delle qualità e soprattutto si poteva intuire che mi piaceva tantissimo.


3) Arrivò a Terni nell’estate del 1988, proveniente dalla Salernitana, squadra che militava in serie C1. Il fatto di scendere di categoria fu una scelta sofferta o non ebbe nessun dubbio?
Per la verità, al termine della stagione precedente avevo deciso di smettere per via di una tendinite curata con continue infiltrazioni che mi avevano creato diversi problemi. Ero andato avanti per mesi senza far trapelare la notizia nell’ambiente della tifoseria ma questo mi era costata l’accusa di scarso rendimento. Inoltre era stato esonerato Mister Tobia con il quale avevo un rapporto eccezionale. Quindi, quando mi chiamò il Mister per chiedermi di venire alla Ternana, pure se significava scendere di categoria, accettai immediatamente con grande soddisfazione. 


4) Quali furono le motivazioni che la portarono a tale scelta?
Come detto, la motivazione maggiore fu il fatto che avrei ritrovato Mister Tobia, il quale quando mi chiamò mi disse che la squadra che si andava formando era di ottimo livello. In realtà quando arrivai al ritiro estivo di Assisi trovai solo 4/5 giovani giocatori, tanto è vero che la mia prima impressione fu quella di salutare ed andarmene immediatamente.


5) In quella Ternana, chi conosceva già dei suoi nuovi compagni di squadra?
Conoscevo Renzi, Doto, Cocco per averci militato nel Barletta, poi anche Forte, Garritano, Pochesci. Devo anche dire che fui poi io il “promotore” di quella squadra, nel senso che contribuii attivamente nella sua composizione, contattando molti di quei calciatori.


6) Conosceva già Mister Tobia? Che tipo di rapporto si instaurò tra il mister e voi giocatori?
Come ho già detto, lo conoscevo molto bene ed avevo con lui un rapporto ottimo. Era una gran brava persona ed oltre ad essere molto preparato tecnicamente era anche un grande motivatore con i suoi giocatori e con tutto l’ambiente. Qualche volta andava anche fuori dalle righe quando si arrabbiava ma io ero uno di quelli che, parlandoci, riuscivano a farlo tornare tranquillo e ragionevole. Ma la cosa più importante era che la squadra rispondeva in maniera assolutamente positiva a questa situazione che si era creata.


7) Nella sua prima stagione in rossoverde realizzò 10 reti, compresa quella nel derby contro il Gubbio. Quale è quella che ricorda con più orgoglio? 
Non ce n’è uno in particolare ma direi che fu l’intera stagione ad essere veramente entusiasmante. I tifosi inizialmente non avevano molta fiducia nei miei confronti, ma poi con il goal che realizzai contro l’Andria (Ternana-Fidelis Andria 1-0, il 23-10-1988) tutto cambiò e da quel momento la stagione fu tutta in crescendo. Quindi quello è il mio goal che ricordo con più piacere.


8) Sicuramente uno dei momenti più emozionanti per tutto l’ambiente rossoverde fu lo spareggio di Cesena contro il Chieti. Quel giorno ben 15.000 ternani si misero in marcia verso la città romagnola. Che ricordi ha di quella “storica” giornata?
Emozioni a non finire!!! Come potrei dimenticare quella giornata? Quando scendemmo in campo prima della partita e vedemmo tutti quei tifosi colorati di rosso e verde rimasi letteralmente a bocca aperta! Come avremmo potuto deludere tutta quella gente? Dentro di noi c’era la convinzione che potevamo e dovevamo solo vincere! Poi al momento dei calci di rigore io fui preso dai crampi, ma nonostante questo non potevo certo tirarmi indietro! Al ritorno poi, vedere quella fila interminabile di auto e pullman con tantissima gente festante sulla E45 è un’immagine che mi porterò dietro per tutta la vita: veramente indimenticabile!


9) Anche nella stagione successiva, come nella precedente, lei risulterà il calciatore con più presenze dell’intera rosa rossoverde. La dimostrazione questa del suo attaccamento alla maglia?
Sicuramente questo fu uno dei motivi principali, però bisogna anche considerare un po’ di fortuna perché non ho avuto nessun infortunio. Credo però che il motivo principale fosse indubbiamente la fiducia che nutriva per me il Mister.


10) In quegli anni, pur essendo un campionato di C2 prima e di C1 poi, il Liberati vedeva sempre la presenza di non meno di 10.000 tifosi. Quanta forza vi dava veramente quell’ambiente?
Una forza incredibile! Questo non solo per i più giovani e meno esperti ma anche per quelli come me che avevano maggiore esperienza. Tutti noi giocatori ci sentivamo del tutto parte integrante della città. 
Fu per me un momento molto toccante quando feci ritorno al Liberati con il Barletta, di cui ero l’allenatore (Ternana-Barletta 2-0, il 26-09-2010) e sentii i cori di saluto e di amore cantati dai tifosi rossoverdi nei miei confronti.

11) In quei due anni e mezzo giocò diversi derby contro il Perugia, oltre che contro il Gubbio, sia in campionato che in Coppa Italia. Quanto riuscivano i tifosi e tutto l’ambiente a farvi capire l’importanza di quelle partite?
Sinceramente devo dire che quello contro il Gubbio non era sentito in modo particolare dall’ambiente, mentre quello contro il Perugia era sentitissimo e già da diverse settimane prima i tifosi te lo facevano capire in tutte le maniere possibili, incitandoti a dare tutto ed anche di più! Si può tranquillamente dire che vincere i due derby significava stare a posto con i tifosi per tutto il campionato.


12) Purtroppo però in quella stagione le cose cambiarono nettamente ed ad un certo punto precipitarono. Lei, Doto e Picchiante R., le “bandiere” di quella Ternana, prima della partita di Nola veniste messi fuori rosa. Quel giorno la Ternana subì una “scoppola” tremenda (Nola-Ternana 5-0, l’11-11-1990), che costò poi la panchina a Mister Tobia. Fu l’atto finale dei contrasti tra il Presidente Gambino e l’allenatore stesso, oltre che con alcuni giocatori-simbolo come lei e Doto. Cosa accadde veramente per cui si arrivò a questa situazione?
Prima di rispondere chiaramente a questa domanda bisogna ricordare che quel campionato cominciò molto bene e dopo la bella vittoria contro il Giarre (Ternana-Giarre 3-0, il 04-11-1990) fui convocato dal Presidente Gambino il quale, con mia grande sorpresa, mi chiese di aiutarlo a creare i presupposti per poter esonerare Mister Tobia. Io però mi rifiutai in maniera assoluta! Come potevo tradire il mister e l’uomo Tobia con il rapporto di amicizia profonda e di fiducia incondizionata che avevo con lui? E poi io non avrei mai fatto cose del genere, figuriamoci contro di lui! Ovviamente avvisai della situazione il Mister ma non servì a nulla perché quella sonora sconfitta gli costò la panchina. Fui messo fuori rosa insieme ai miei due compagni di squadra e successivamente fummo svincolati, quindi decisi di andare via da Terni. Però prima di andarmene i tifosi fecero un’assemblea dove mi chiesero di restare. Questo mi fece molto piacere, però purtroppo non c’erano più i presupposti per poterlo fare e quindi lascia la città.
Quando si creano queste situazioni è evidente che c’è sempre chi rema da una parte e chi dall’altra. Questo è ciò che si creò anche a Terni in quel frangente.


13) Nel mese di Dicembre del 1990 lei e Doto lasciaste la maglia rossoverde ottenendo lo svincolo dalla Società. Come visse lei quel momento?
Malissimo! Veramente molto male. Come ho già detto, io mi ero integrato molto bene in città e per un periodo rimasi comunque a vivere in quella che ormai consideravo la mia città, dove i tifosi mi acclamavano e mi incitavano a resistere, ma alla fine non ce la feci più a reggere quella incredibile situazione e così decisi di andarmene. Io veramente sarei rimasto molto volentieri a vivere a Terni.


14) Come abbiamo appena detto, lei fu compagno di squadra di Paolo Doto, il quale purtroppo ci ha recentemente lasciato. Ci vuole ricordare chi era Doto, sia in campo che nello spogliatoio?
Prima di tutto era un grandissimo amico e ci frequentavamo, io, lui e Renzi, anche fuori dallo spogliatoio, con le nostre rispettive famiglie. In pratica stavamo sempre insieme. Paolo era il classico ragazzo “per bene”, con il suo carattere “giocherellone” contribuiva in maniera determinante a “fare spogliatoio”.
Ma in quella stagione eravamo veramente un gran bel gruppo, dove ci si frequentava spesso, con mogli e fidanzate, al di fuori del campo ed io ero un po’ quello che organizzava queste situazioni e facevo spesso da tramite tra la squadra ed il Mister.


15) Nei suoi anni in rossoverde, quale è stato il giocatore rossoverde con cui ha avuto più feeling in campo? 
Qui mi devo ripetere con quello che ho appena detto. Sicuramente con Renzi e Doto, in campo come nella vita di tutti i giorni. Il primo perché, per via del suo ruolo, era un bravo organizzatore della fase difensiva, mentre con Doto perché avevo un feeling continuo per il suo modo di esprimersi in campo.


16) Come viveva la città Sciannimanico una volta uscito dal campo? 
Fu un rapporto di grande amore fin dall’inizio, veramente incredibile, che non mi era mai capitato precedentemente nella mia carriera. Al punto che non tornavo quasi mai a casa dai miei, se non a Natale e per le vacanze estive. Mi sentivo veramente a casa! E la stessa cosa capitava al resto della mia famiglia, come a mia figlia, che all’epoca era piccolina e che non voleva lasciare l’asilo. D’altra parte, quando scelsi di venire a Terni, avevo cinque società che mi avevano cercato, ma lo feci soprattutto per riconoscenza nei confronti di Mister Tobia. Con il senno di poi posso dire che mai scelta fu più azzeccata! Terni mi è rimasta veramente nel cuore!


17) Qual è stato il giocatore più forte che ha incontrato nella sua carriera in rossoverde?
Sinceramente non ne ricordo nessuno in particolare in quelle tre stagioni. Posso invece dire che, negli anni precedenti quando militavo nella Salernitana, mi aveva positivamente colpito un giocatore della Torres: Gianfranco Zola. Non mi ero di certo sbagliato!


18) Oggi lei vive ancora nel mondo del calcio. Quanto è cambiato secondo lei rispetto ai suoi esordi?
Tantissimo! Ai miei tempi bastava avere un pallone ed un piccolo spazio per vedere dei bambini giocare, oggi invece è tutto “preconfezionato”, con le scuole calcio, il campo in erba sintetica, la doccia appena finiti gli allenamenti, ecc. Nelle scuole purtroppo non si pratica il calcio ed i bambini di oggi hanno mille altri interessi che li allontano da quella sana passione.


19) Che consiglio darebbe oggi ad un bambino per aiutarlo ad evitare di fare degli errori gravi nel mondo del calcio?
Che dovrebbe pensare esclusivamente a divertirsi, perché il calcio è un gioco e come tale deve essere soprattutto un divertimento! Ma questo consiglio lo darei prima di tutto ai genitori, perché spesso sono loro ad esasperare i propri figli, convinti di avere un piccolo campioncino in casa. La cosa più triste e diseducativa che può capitare ad un bambino è vedere dei genitori litigare al bordo del campo. Purtroppo capita troppo spesso e sono situazioni veramente penose!


20) Quanto le piacerebbe un giorno potersi sedere sulla panchina della Ternana? 
Negli anni passati, con la presidenza Longarini e con Cozzella Direttore Sportivo, c’è stata una possibilità ed io c’ho sperato fino all’ultimo! Purtroppo però, poi non se ne è fatto più nulla. Io comunque ci verrei di corsa ma solo ad un patto: di trovare un ambiente “pulito”, magari con un presidente ternano, innamorato di quei colori e che voglia veramente solo il bene di quella maglia.

StagioneCompetizionePresenzeGoalCompetizionePresenzeGoal
1988-’89Serie C23510Coppa Italia20
1989-’90Serie C1315Coppa Italia62
1990-’91Serie C161Coppa Italia61
La carriera di Sciannimanico in rossoverde
StagioneSquadraSerie
197?-’73BariGiovanili
1973-’78BariSerie B – C
1978-’79SambenedetteseSerie B
1979AvellinoSerie A
1979-’82FoggiaSerie B – C
1982-’85RegginaSerie C1 – C2
1985-’87BarlettaSerie C1
1987-’88SalernitanaSerie C1
1988-’90TernanaSerie C1 – C2
1990-’91MantovaSerie C1
1991-’92Altamura Serie C2
La carriera di Arcangelo Sciannimanico
StagioneSquadraSerie
1992-’01BariGiovanili
2001BariSerie B
2002Shakhtar Donetsk (Vive)Ucraina
2002-‘04SoraSerie C1
2004-‘05LegnanoSerie C2
2005-‘06FermanaSerie C1
2007-‘08Monopoli Serie C2
2008-‘09NoicattaroSerie C2
2009-‘11BarlettaSerie C1 – C2
2012Isola LiriSerie D
2012MateraSerie D
2017-‘18BariGiovanili
La carriera di Arcangelo Sciannimanico da Allenatore

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di Marco Barcarotti

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