Incontri con gli EX: MAURIZIO RAGGI
Gli anni ’90 hanno rappresentato per i tifosi rossoverdi gioia e dolori. Infatti in questo decennio è capitato veramente un po’ di tutto! Si era partiti con l’euforia per la promozione del 1989 dalla C2 e per la cessione della proprietà societaria all’imprenditore romano Rinaldo Gelfusa, che comportò la vittoria del campionato e il conseguente ritorno in serie B dopo ben dodici anni. Ma il decennio seguitò con altre amarezze, come quella del fallimento societario con successiva radiazione e ripartenza dalla serie D, ma anche con le due promozioni, una dietro l’altra, dalla serie C2 alla B e della susseguente stabilizzazione societaria dell’era Agarini. Insomma, come detto, di tutto e di più!
Questa volta abbiamo incontrato uno dei protagonisti della “rinascita rossoverde” della stagione 1991-’92: Maurizio Raggi.
Maurizio Raggi nasce a Roma l’8-05-1960 e cresce calcisticamente, nel ruolo di centrocampista, nelle fila del Banco Roma per poi passare alla Roma, anche se qui non riesce a fare l’esordio in serie A in prima squadra e quindi l’anno successivo torna alla Società di provenienza. Da quel momento comincerà una lunga carriera che lo porterà a militare in molte società, soprattutto di serie C ma anche alcune di B, togliendosi la soddisfazione di vincere anche qualche campionato di serie C (Taranto e Ternana). Arriverà alla Ternana nell’estate del 1991 quando la Società aveva cambiato gestione e con alla guida il romano Gelfusa si apprestava ad essere tra le protagoniste principali del campionato. Infatti quel campionato, con alla guida Mister Clagluna, risulterà ricco di soddisfazioni, con due derby vinti e soprattutto con la vittoria finale e susseguente promozione in serie B. Purtroppo però, per lui non arriverà la riconferma e quindi si traferisce al Casarano, sempre in serie C1, per poi proseguire in formazioni di serie D, dove terminerà la sua carriera nelle fila del Civitavecchia. Una volta appese le scarpe al classico chiodo inizierà la carriera di allenatore e proprio in questa veste farà ritorno in rossoverde durante la stagione 2006-’07, quando la Ternana era appena retrocessa dalla serie B alla C1, andando a sostituire Mister Favarin, per essere poi sostituito a sua volta da Mister Marino. Oggi Raggi vive nella sua città natale, Roma, e continua nella sua carriera di allenatore, anche se più per sola passione che per professione, sedendo la scorsa stagione sulla panca del Cynthia.
1) Che bambino era Maurizio?
Vengo da un’umile e tranquilla famiglia operaia, dove ho fatto la gavetta fin dall’inizio, e questo mi ha sempre dato una spinta determinante, per tutta la mia vita. Mio padre quando veniva a vedere le mie partite, durante la fase di riscaldamento, mi gridava sempre: “pensa alla fortuna che hai a giocare a pallone e a quello che invece faccio io!”
2) Come ha cominciato a tirare calci ad un pallone?
Come tutti i bambini della mia epoca, giocavo in mezzo alla strada con i miei amici. A volte, quando eravamo più fortunati, andavamo a giocare nel campetto interno al “Collegio dei brasiliani”, sull’Aurelia. Scavalcavamo la recinzione e giocavamo per tutto il pomeriggio, sempre che non venivamo scoperti e quindi redarguiti e scacciati dai guardiani. Oggi purtroppo è tutto diverso ed i bambini giocano a calcio quasi esclusivamente nelle scuole-calcio e non più dove capita, come facevamo noi.
3) Per quanto riguarda la sua storia con la Ternana, cominciamo da lontano, molto prima che arrivasse a vestire la maglia delle Fere. Lei militava nella Roma nella stagione 1979-’80, quando la società capitolina incontrò la Ternana nella doppia semifinale di Coppa Italia (Ternana-Roma 1-1, il 05-03-1980 e Roma-Ternana 2-0, il 23-04-1980). Pur non scendendo in campo, ricorda quella doppia sfida?
No, sinceramente non ho ricordi personali di quegli incontri. Piuttosto ho ricordi invece ancora vivissimi delle sfide giocate dal sottoscritto contro i rossoverdi, a Sangemini, quando militavo nelle giovanili del Banco Roma.
4) Poi lei ebbe modo di incontrare ancora in campionato (più volte, negli anni, sarebbe capitato in Coppa Italia), da avversario, la Ternana nell’ultima partita del campionato di C1 1984-’85, quando lei militava con la Nocerina (Ternana-Nocerina 3-0, il 09-06-1985). Una partita importantissima per le Fere ai fini della salvezza, visto che ci si salvò proprio grazie a quella vittoria e con la sua squadra già retrocessa da diverse giornate. Che ricordi ha di quella giornata e del tifo rossoverde in particolare?
Ricordo un Liberati pieno di gente che spingeva la propria squadra con un gran tifo, però anche in questo caso non ho ricordi vivissimi, forse perché tendo sempre a ricordare le cose piacevoli e dimenticare quelle spiacevoli.
5) Arrivò a Terni nell’estate del 1991, proveniente dal Taranto, squadra che militava in serie B. Il fatto di scendere di categoria fu una scelta sofferta o non ebbe nessun dubbio?
Fui assolutamente convinto della mia scelta perché sapevo, conoscendolo, che Clagluna era una garanzia di campionato al vertice, perché lui accettava di allenare solo squadre che avrebbero puntato a vincerlo il campionato. E questo anche se solo tre anni prima avevo sfiorato la conquista della serie A con la Reggina di Nevio Scala, perdendo lo spareggio contro la Cremonese.
6) Quali furono le motivazioni che la portarono a tale scelta?
Come detto, prima di tutto il fatto che sulla panchina della Ternana sarebbe arrivato Mister Clagluna, che avevo avuto già a Taranto. Ma anche il fatto che conoscevo la grande reputazione della piazza ternana, con un ambiente attaccatissimo alla squadra. Ricordavo personalmente, quando da bambino mi portavano all’Olimpico, le partite contro la Lazio, con tantissimi tifosi rossoverdi al seguito. Infine la mia scelta fu determinata anche dal fatto che, dopo tanto girovagare per l’Italia, facevo ritorno vicino alla mia città di origine e alla mia famiglia: Roma.
7) In quella Ternana, chi conosceva già dei suoi nuovi compagni di squadra?
Conoscevo solo alcuni per averci giocato contro nelle stagioni precedenti: Pochesci (Lazio), Cangini (Ancona), Ghezzi (Monopoli). Quando ho saputo che nella rosa della Società rossoverde ci sarebbero stati questi nomi ho capito che non dovevo avere nessun dubbio di accettare la Ternana. Invece tra i più giovani instaurai un rapporto molto amichevole con Atzori il quale spesso viaggiava con me quando tornavamo a casa a Roma e lo “costringevo” a cantare con me le canzoni di Renato Zero. Il calcio a volte è strano. Nel suo caso l’infortunio di Pochesci gli permise di arrivare in squadra e di emergere, primo passo di una luminosa carriera.
8) Conosceva già Mister Clagluna per averlo avuto a Taranto. Che tipo di rapporto si instaurò tra il mister e voi giocatori?
Aveva un rapporto amichevole con tutti ed i “suoi” titolari li difendeva sempre, in ogni occasione. Fece capire però anche a coloro che giocavano meno che l’obiettivo finale era da raggiungere e che anche pure dovevano dare il loro contributo. Ovviamente c’è stato anche qualche mugugno ma credo che questo sia del tutto normale ed accade all’interno di ogni spogliatoio.
9) Un solo campionato in rossoverde ma sicuramente fu una stagione entusiasmante. Cosa mi dice a tal proposito?
Un campionato entusiasmante di cui ho un ricordo ancora molto vivo e bellissimo! L’entusiasmo della Curva Est era incredibilmente contagiante. Forse avevamo un gioco non troppo spettacolare ma sicuramente vincente se è vero, come è vero, che molte partite le vincemmo per 1-0, però una volta che riuscivamo a passare in vantaggio difficilmente gli avversari riuscivano a farci goal.
10) Lei fu tra i tredici rossoverdi che scese in campo nel vittorioso derby di andata al Curi (Perugia-Ternana 0-1, il 20-10-1991), fino allo scorsa stagione ultimo derby vinto in trasferta in campionato. Che ricordi ha di quell’impresa?
Una partita molto tirata dall’inizio alla fine. Scesi in campo con la determinazione di vincerla a tutti i costi per regalare una gioia ai tifosi che ci seguirono in massa: 7.000 cuori rossoverdi! Fin da prima dell’inizio della partita, dall’interno degli spogliatoi, sentivamo i cori che si alzavano dalla Curva Sud del Curi e ci siamo guardati tutti negli occhi dicendoci: “non possiamo assolutamente deludere questa gente!”
11) Nel girone di ritorno, al Liberati, ancora una vittoria (Ternana-Perugia 1-0, l’08-03-1992), questa volta, se vogliamo, “rocambolesca”, visto lo “strano” goal di D’Ermilio che diede adito a tante voci ancora oggi non sopite. Quali sono i suoi ricordi di quel pomeriggio?
Il primo tempo fu molto combattuto ed a me fu annullato un goal che ancora grida vendetta perché regolarissimo! Nel secondo tempo, ad un certo punto, dalla panchina arrivò la notizia che l’Andria, la compagine che si giocava il primato con noi e con i Grifoni, stava perdendo. A quel punto il pareggio sarebbe stato un risultato ottimo per entrambe e quindi, per un tacito accordo, ci cominciammo ad accontentare di quel risultato. Il goal di D’Ermilio a pochi minuti dalla fine nasce da un tiro che aveva più una pretesa liberatoria piuttosto che dalla convinzione di riuscire a realizzarlo. Escludo nella maniera più assoluta, almeno per quanto mi riguarda, che ci fu un illecito accordo tra le due squadre!
12) Quanto riuscivano i tifosi e tutto l’ambiente a farvi capire l’importanza straordinaria di quelle sfide?
Si cominciava a parlarne già un mese prima! Noi calciatori, io per primo, frequentavamo i tifosi e con alcuni di loro c’era un vero rapporto di amicizia e ci facevano capire quanto ci tenessero a quelle partite e quanta rivalità c’era nei loro confronti. Una rivalità sentitissima, molto di più di quello che accade in un derby stracittadino. Questo perché le radici di questa rivalità nascono da problematiche sociali tra le due città. Ho avuto modo di conoscere personalmente sia i ternani che i perugini e devo dire con tutta sincerità, almeno per la mia esperienza, che per quanto riguarda i primi, spesso si tratta di gente umile, dediti al lavoro, mentre i cugini biancorossi spesso si sentono un pò superiori, insomma, diciamo ”spocchiosi”. Sulla base di tutto ciò, ci tenevamo tantissimo a far felici i nostri tifosi.
13) In quella stagione, pur essendo un campionato di C1, il Liberati vedeva sempre la presenza di non meno di 10.000 tifosi. Quanta forza vi dava veramente quell’ambiente?
Quando uscivamo dal tunnel per entrare in campo e sentivamo quel coro dei tifosi “Fere!Fere!” era sempre una scarica di adrenalina e ci dava una spinta in più per arrivare alla vittoria. Terni ed i ternani vivevano veramente per la Ternana. Racconto un aneddoto che la dice lunga a tal proposito: una signora mia vicina di casa prima della partita mi preparava sempre un ciambellone dicendomi che l’avrei dovuto mangiare perché mi avrebbe dato più forza. Queste cose semplici ma fatte con il cuore te le portavi dentro al campo e facevi di tutto per contraccambiare nei loro confronti, facendoli felici.
14) Chi erano i leader nello spogliatoio rossoverde? Quali le loro caratteristiche per cui vennero riconosciuti come tali da tutto il gruppo?
Innanzitutto c’è da dire che i leader non si sceglie mai “a tavolino” ma sono sempre i componenti dello spogliatoio a farlo. In genere sono quelli più avanti con gli anni e quindi più esperti. Nel nostro caso quindi i leader erano: Pochesci, Caramelli, il sottoscritto, Boccafresca, Della Pietra (anche se era un tipo taciturno). Cercavamo di dare sempre l’esempio e soprattutto di trasmettere tranquillità al resto della squadra. E’ una cosa fondamentale per il buon funzionamento di qualsiasi spogliatoio.
15) Che tipo di presidente fu Gelfusa con voi giocatori?
Era una gran brava persona e con noi giocatori era come un secondo papà. Gli volevamo tutti un gran bene perché se lo meritava proprio. Per il suo amore nei confronti della Ternana e dei ternani, ha rimesso le finanze della sua famiglia. Una figura sicuramente anomala nel mondo del calcio, notoriamente un ambiente pieno di “squali”!
16) Come viveva la città Raggi, una volta uscito dal campo?
Una bella città di provincia, tranquilla, dove avevo istaurato diverse amicizie al di fuori dal campo. Mi piaceva fare le classiche passeggiate per il Corso, come tutti i ternani, molti dei quali ti riconoscevano e ti fermavano, spronandoti per la partita della domenica seguente. Terni mi è rimasta veramente nel cuore, così come il paese di Sangemini, dove andavo ogni volta che ne avevo la possibilità perché mi trasmetteva un incredibile senso di serenità.
17) Qual è stato il giocatore avversario che le ha creato più problemi, da un punto di vista tecnico, in quella stagione in rossoverde?
Sinceramente non ricordo nessun avversario che mi abbia messo in difficoltà vera e propria. Piuttosto ricordo uno screzio abbastanza acceso con Di Gennaro nella partita di Barletta (Barletta-Ternana 1-1, il 24-11-1991),quando fece un gesto scorretto nei miei confronti. Poi però nella partita di ritorno (Ternana-Barletta 2-0, il 12-04-1992) mi presi la rivincita facendolo, diciamo così, “ridimensionare”!
18) Nell’estate del 1992 lei venne ceduto al Casarano in C1. Fu una sua scelta o della Società?
Ci speravo tantissimo in una riconferma! Però avevo capito che da parte della Società la volontà era diversa, visto che i discorsi portavano sempre all’idea di voler ringiovanire la rosa. Fu così che si smembrò la squadra! Ci fu chi consigliò in maniera sbagliata il Presidente, ma credo che se si fosse deciso di lasciare l’ossatura principale di quella squadra che aveva vinto la serie C, avremmo potuto fare anche un bel campionato di serie B! Si era creato un gruppo veramente solido e credo che sarebbero stati sufficienti 2/3 ritocchi per poter fare grandi cose, perché è vero che non avevamo grandi nomi, a differenza ad esempio del Perugia che aveva Dossena, però noi avevamo veramente una grande “fame di vittorie”!
19) Ma le strade di Maurizio Raggi e della Ternana tornarono ad incrociarsi ancora. Infatti nel campionato di serie D 1993-’94, dopo il fallimento societario e successiva radiazione della Ternana, lei militava nella Viterbese quando ebbe modo di incontrare da avversario le Fere (Viterbese-Ternana 2-2, il 05-12-1993). Ricorda quali furono le sue sensazioni in quel pomeriggio?
Quel giorno sapevo che i tifosi rossoverdi sarebbero arrivati in gran numero, come erano soliti fare in trasferta in quegli anni, ed all’inizio sinceramente ero un po’ agitato, però da serio professionista, dopo pochi minuti tutto era passato ed ho cercato di fare del mio meglio.
20) Una volta chiuso con il calcio giocato, lei inizia la carriera di allenatore e nell’autunno del 2006 torna in rossoverde, quando la Ternana era appena retrocessa in C1, subentrando a Mister Favarin. Purtroppo le cose non vanno come si sperava ed a Marzo arriva anche il suo esonero. Che ricordi ha di quella esperienza?
Decisi ad un certo punto di dimettermi perché non potevo accettare certe condizioni ed accollarmi così colpe che non erano le mie. Mi trovai nella situazione di dover scegliere tra un gruppo di giocatori che mi era stato imposto e non poter scegliere liberamente, così non me la sentii più di stare in quel vortice e non potevo deludere la gente di Terni a cui ero molto legato. La Società avrebbe voluto continuare con me ma io decisi a quel punto di chiuderla lì. Magari chiedo anche scusa, per allora, per non averlo fatto almeno un mese prima ma ho provato in tutte le maniere a farli ragionare, però quando i risultati non arrivano hai poche armi a tua disposizione e quindi l’epilogo era ormai segnato.
21) Oggi che lei è un allenatore, se le chiedessero di spiegare ad un bambino cosa è il calcio, cosa gli direbbe??
Gli direi semplicemente che è il gioco più bello del mondo! Un tempo era il gioco di quasi tutti i bambini ma oggi è cambiato un po’ tutto. Non si gioca più nelle strade o nei cortili ma “solo” nelle scuole calcio e così facendo si è perso il senso del puro divertimento. Invece lo scopo principale per un bambino dovrebbe essere quasi esclusivamente quello: il divertimento e la gioia del gioco, senza nessun tipo di aspettativa! Ma questo “appello” più che ai bambini andrebbe rivolto ai genitori.
22) Ci dica la verità: le piacerebbe un giorno potersi sedere di nuovo sulla panchina della Ternana?
Sinceramente ormai purtroppo, la piazza di Terni è fuori dalla mia portata e non credo ci siano le possibilità di un ritorno. Piuttosto auguro alla Società Ternana ed ai suoi splendidi tifosi, tutto il meglio che si possa desiderare. Spero inoltre che la Società inizi a curare soprattutto il settore giovanile e di arrivare così un giorno a raggiungere le più grandi soddisfazioni, così come hanno fatto società importanti, tipo l’Atalanta.
Stagione | Competizione | Presenze | Goal | Competizione | Presenze | Goal |
---|---|---|---|---|---|---|
1991-’92 | Serie C1 | 30 | 0 | Coppa Italia | 2 | 0 |
Stagione | Squadra | Serie |
---|---|---|
2006-‘07 | Ternana | Serie C1 |
Stagione | Squadra | Serie |
---|---|---|
1978-’79 | Banco di Roma | Serie C2 |
1979-’80 | Roma | Serie A |
1980-’82 | Banco di Roma | Serie C2 |
1982-’83 | Gioventù Brindisi | Serie C2 |
1983-’84 | Latina | Serie C2 |
1984-’85 | Nocerina | Serie C1 |
1985-’86 | Reggina | Serie C2 |
1986-’87 | Brindisi | Serie C1 |
1987-’89 | Reggina | Serie B – C1 |
1989-’91 | Taranto | Serie B – C1 |
1991-’92 | Ternana | Serie C1 |
1992-’93 | Casarano | Serie C1 |
1993-’94 | Viterbese | Serie D |
1994-’95 | Civitavecchia | Serie D |
Stagione | Squadra | Serie |
---|---|---|
1996-’98 | Foligno | Serie D |
1998-‘99 | Deruta | Eccellenza |
1999-‘00 | Nestor Marsciano | n.a. |
n.a. | Todi | n.a. |
n.a. | Pisoniano | n.a. |
n.a. | Cynthia | n.a. |
n.a. | Zagarolo | n.a. |
2006-’07 | Ternana | Serie C1 |
2007-’08 | Matera | Serie D |
2009-’10 | Latina | Serie D |
2010-’11 | Zagarolo | Serie D |
2016-‘17 | Cynthia | Serie D |
2017-’18 | Scuola tecnica personalizzata | n.a. |
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di Marco Barcarotti