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Redazione motori: Petrucci, un futuro tutto da scrivere

petrux aragon

Sei manche, tre Superpolerace, tre Gran Premi tutti da disputarsi nella penisola iberica tra Spagna e Portogallo nell’arco di poco più di un mese, il tempo che intercorre tra il week end di Aragon del 24 settembre e quello di Jerez de la Frontera del 28 ottobre con l’intermezzo della tappa che si disputerà nell’Algarve.
Questo è lo scenario che deciderà sogni e speranze di piloti e squadre della WSBK, il campionato mondiale dedicato alle derivate di serie.
Su tutti svetta Alvaro Bautista, iridato in carica in sella alla Panigalle V4R, una moto che di serie ha ben poco ma che comunque compie un regolamento che però, di fatto, sta snaturando lo stesso spirito del campionato. Non che Yamaha, Kawasaki BMW o Honda, che si addirittura presentata con un telaio differente da quello di produzione frutto delle concessioni tecniche previste, siano da meno. In ogni caso il pilota di Talavera de la Reina, fisico esile e leggero che unito alla sua Ducati da vita ad una accoppiata che sembra provenire da un altro pianeta, guarda gli altri dall’alto dei suoi 467 punti, 57 in più dell’altro marziano Toprak Razgatlioglu che anche se viaggia su una astronave che accelera meno, nelle sue mani, sa far male lo stesso. Rea, Locatelli e Bassani inseguono, cosi come il nostro Petrux, sesto, ma con un distacco di 287 anni luce dalla vetta. In effetti i punti potrebbero sembrare molti ma, per lui corre con una astronave non ufficiale, il distacco con chi compete a pari armi, l’altro privato Bassani, è di sole 39 lunghezze. Non moltissime da recuperare se si considerano i 186 punti a disposizione. Il peso, e non solo, non lo aiutano, tra lui e Bautista ci sono quasi trenta chili di differenza, ma la sua grinta e la classe gli danno quella settima marcia che la sua moto non ha; due podi e grandi rimonte stanno li a dimostrarlo.
Ma al di la di queste tre tappe restanti del mondiale superbike, cosa ci sarà nel suo futuro? Beh, quasi certamente il rinnovo con il Team Barni e poi, nel 2025, una partita tutta da giocare per la sella ufficiale che lascerà libera proprio lo spagnolo nel Team Aruba. Già perché Alex Bassani, rivelazione di questo campionato, ha firmato per la Kawasaki e quindi, a meno che non arrivino piloti dalla MotoGp, Zarcò era una ipotesi ma lo aspetta la Honda di Lucio Cecchinello, se i risultati del 2024 saranno incoraggianti si potrebbe sperare e sognare. Con Niccolò Bulega chiamato a debuttare nella massima categoria il prossimo anno, nel ’25 ci piacerebbe proprio vedere Danilo vestito ancora una volta di rosso. Ma non soltanto SBK perché che gestisce il MotoAmerica non molla la presa, ben consapevole della crescita mediatica targata Petrux cosi come non tramonta il sogno di tornare alla Dakar con Ducati che si è affacciata al mondo Off-road e sta già testando il prototipo. Insomma, tre gare da disputare e tante cose da sognare.

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