Incontri con gli EX: GRAZIANO DE LUCA
Chi non vorrebbe esordire in serie B all’età di soli 19 anni con la maglia della squadra del cuore, della propria città o provincia di appartenenza? Credo che per chiunque sia innamorato del calcio la risposta sarebbe del tutto scontata. Eppure nella storia della Ternana c’è chi è riuscito ad esaudire questo sogno proprio nella stagione più prestigiosa di tutte, proprio quella della prima epica promozione in serie A. Il suo nome? Graziano De Luca.
De Luca nasce ad Orvieto il 20-11-1952 e cresce nel vivaio dell’Orvietana nel ruolo di portiere, dove si fa notare dagli osservatori rossoverdi che lo portano alla Ternana nell’estate del 1971, per fare la riserva ai due portieri titolari Migliorini e Geromel. Ma il destino del giovane portiere orvietano gli riserverà delle sorprese probabilmente inaspettate anche per lui. Infatti già nel mese di Novembre, in seguito a problemi di salute del portiere titolare Migliorini si ritroverà a sedere sulla panchina come vice di Geromel. Quest’ultimo però nella partita contro il Genoa (Ternana-Genoa 1-1, del 12-03-1972), al minuto 66°, dopo un serio incidente di gioco è costretto ad uscire dal campo lasciando così la difesa della porta al giovane De Luca, che fa quindi così il suo esordio in prima squadra, in serie B e che la difenderà per altri cinque incontri, fino al ritorno del titolare Migliorini. Al termine di quella stagione verrà mandato a “farsi le ossa” al Siena in serie D per poi fare ritorno in maglia rossoverde due stagioni dopo, quando la Ternana partecipava per la seconda volta nella sua storia al massimo campionato.
Chiuso dal portiere titolare Aldo Nardin purtroppo non riuscirà ad esordire in serie A e quindi nell’estate successiva, con la Ternana appena retrocessa nuovamente in serie B, viene mandato nuovamente in prestito in serie C, questa volta alla Nocerina. Tornerà ancora a vestire la maglia delle Fere nella stagione 1976-’77, questa volta da titolare, per poi andare nuovamente a trovare fortuna altrove in società prestigiose di serie B (Bari e Lecce). Ma le strade di De Luca e della Ternana torneranno ancora una volta ad incrociarsi, precisamente nella stagione 1983-’84 e in quella successiva, quando la società rossoverde era nel frattempo scivolata in serie C1, ed ovviamente anche in questo caso vestirà la maglia da titolare.
Poi però le strade si divideranno definitivamente e De Luca andrà a chiudere la propria carriera calcistica in società di serie D e C2. Oggi De Luca ha lasciato il mondo del calcio e vive con la sua famiglia a Poggibonsi (SI).
1) Signor De Luca, quanto la aiutò, da bambino, la sua famiglia nella passione per il calcio?
Io ho cominciato a dare i primi calci ad un pallone nel modo più classico dei miei tempi: in mezzo alla strada con gli amici, in una piazzetta sotto la mia abitazione del centro storico di Orvieto e all’epoca non potevo certo nemmeno lontanamente sognare che io avrei avuto una carriera calcistica. Quindi i miei genitori mi lasciarono fare, senza nessun “sogno” da realizzare. Mio padre era contento del fatto che io giocassi a calcio non tanto perché pensava ad una mia carriera in questo campo ma soprattutto perché così facendo vedeva me felice.
2) In genere, da bambini, il ruolo di portiere viene assegnato dai compagni di gioco a quello più “scarso” con i piedi. Capitò così anche a lei?
Per la verità io cominciai a giocare, nelle prime squadre giovanili, nel ruolo di centravanti, poi un giorno si fece male il portiere titolare e così l’allenatore decise di farmi giocare a porta; da quel giorno non sono più uscito fuori dai pali della porta.
3) Si dice anche che per giocare nel ruolo di portiere bisogna essere un po’ pazzi. Eppure lei non ha mai dato l’idea di un “pazzo”. Ci si riconosce in questo stereotipo?
Effettivamente per decidere di giocare a porta, considerando che invece di giocare con i piedi devi giocare soprattutto con le mani e che inevitabilmente sei destinato a prendere dei colpi, più o meno proibiti, qualche “venerdì” deve mancarti di sicuro! Però, allo stesso tempo, c’è da dire che il ruolo del portiere è anche quello che pretende “un’intelligenza calcistica” maggiore, perché con il suo modo di stare in campo deve guidare la difesa.
4) Quando arrivò alla Ternana quale era la sua aspettativa, quella di giocare nella Primavera o di fare il terzo nella prima squadra?
Io venivo da una società di Prima Categoria e nemmeno giocavo in prima squadra ma nella formazione Juniores, con la quale avevo vinto il campionato, ma avrei fatto carte false per riuscire a vestire la maglia della Ternana, mia squadra del cuore già da allora. Arrivai alla Ternana grazie ad Andreani che mi aveva notato e la mia prospettiva era quella di giocare nella formazione “Primavera” e mai avrei pensato che potessi fare l’esordio in serie B quell’anno. Ricordo che per gli allenamenti, al campo di Viale Brin, venivo a Terni con il treno ed a piedi andavo al campo. La prima volta che arrivai alla stazione di Terni, con una valigetta con l’occorrente per giocare, ero talmente emozionato che mi tremavano le gambe!
Per me, quello del professionismo, era tutto un mondo nuovo da scoprire. Devo dire un grandissimo grazie all’addetto al settore giovanile, Ovidio Laureti e soprattutto a Mister Omero Andreani, il quale mi aiutò tantissimo a diventare un calciatore.
5) Arrivò a Terni dove in panchina era tornato Mister Viciani. Che tipo di allenatore era?
Mister Viciani era un grande! Ovviamente io ero giovanissimo e non potevo certo essere un suo pupillo così come lo erano i miei compagni più anziani, come Cardillo, Marinai, ecc. All’epoca tutte le squadre giocavano con il classico gioco all’italiana, che preferiva la tecnica, magari con il lancio lungo a scavalcare gli avversari mentre la Ternana aveva un gioco veramente innovativo, con il famoso “gioco corto” caratterizzato da quel fraseggio continuo che impediva agli avversari di impossessarsi facilmente della palla. Oggi con squadre come il Barcellona che attuano un gioco simile sembrerebbe tutto scontato, però dobbiamo renderci conto che nella squadra catalana giocano dei campioni come Messi mentre nella Ternana giocavano dei giocatori che certamente non erano dei “Messi”! E questo nel 1971!
6) Si racconta di allenamenti durissimi fatti fare da Mister Viciani, specie durante la preparazione estiva. Lo erano anche per voi portieri?
Assolutamente vero! Facemmo la preparazione al “Campo Scuola” di Terni, con esercizi sempre più duri. Considerando pure il caldo dell’estate ternana, c’era qualcuno che vomitava per quanto era duro lo sforzo, specialmente i nuovi arrivati, che non erano abituati, e soprattutto quelli meno giovani del gruppo.
Per noi portieri era prevista la stessa preparazione degli altri, con l’aggiunta di quella specifica dei portieri. Per fortuna che io ero giovane altrimenti sarebbe stata ancora più dura anche per me!
7) Al suo primo anno in rossoverde, durante una partita al Liberati (Ternana-Genoa 1-1, il 12-03-1972) il portiere titolare Geromel ebbe un grave infortunio che lo tenne poi lontano dal campo di gioco per alcuni mesi. Ricorda quali furono le sue sensazioni in quel momento?
Ho un ricordo limpidissimo di quella giornata. Ero seduto vicino al massaggiatore Madolini, al momento dell’infortunio di Geromel, lui ovviamente andò a prestargli soccorso e quando tornò mi disse di scaldarmi perché probabilmente Geromel non ce l’avrebbe fatta a proseguire. Ho sentito un tuffo al cuore! Io fino a pochi mesi prima ero a giocare in una società che partecipava al campionato “Promozione” ed ora mi si chiedeva di scendere in campo con la Ternana, protagonista in serie B, davanti a 20.000 spettatori. Roba da gelare il sangue nelle vene! Poi però, una volta in campo, è passato tutto velocemente ed ho pensato solo a fare bene.
8) Al termine di quel campionato lei verrà ceduto in prestito in serie D. Si aspettava questa scelta o sperava in una riconferma?
No, non mi aspettavo la riconferma. Come avrei potuto sperare? La Ternana avrebbe partecipato alla serie A ed io ero giovane ed inesperto, ed all’epoca i giovani venivano mandati giustamente “a farsi le ossa” in categorie inferiori. Quindi io accettai di buon grado la destinazione del Siena, visto anche che avevo iniziato a svolgere il servizio militare. C’è anche da considerare che la serie D dell’epoca era del tutto paragonabile ad un’attuale serie C.
9) Tornerà due anni dopo con mister Riccomini, in serie A. Chiuso dal titolare Nardin, anche questa volta non riuscirà ad esordire in serie A. Che campionato fu per lei quello?
E’ stato un campionato che mi è servito per accrescere maggiormente la mia esperienza professionale. Nardin mi aiutò tantissimo, mi insegnò molti “trucchi del mestiere” ed io non posso che ringraziarlo ancora oggi. D’altronde ero in una squadra che partecipava alla serie A ed io avevo solo 22 anni, che per un portiere non sono certo tanti. La delusione la provai solo all’ultima giornata (Ternana-Milan 1-3, il 18-05-1975), quando prima Mister Riccomini mi disse che mi avrebbe fatto esordire, insieme agli altri giovani, in una partita che ormai non diceva più nulla per la Ternana ai fini del campionato, e poi invece non mantenne la promessa.
10) Al termine del campionato lei lascerà nuovamente la Ternana per andare a giocare per una stagione in serie C. Tornerà l’anno successivo, questa volta da titolare, quando sulla panchina rossoverde era arrivato Mister Fabbri, sostituito durante la stagione da Mister Maldini e quindi Andreani. La Ternana si salvò “miracolosamente” all’ultima giornata. Che esperienza fu per lei quella stagione?
Io ero andato ancora una volta “a farmi le ossa” in serie C, questa volta alla Nocerina, dove feci un grande campionato, quindi la mia carriera andava sempre più migliorando, considerando che avevo fatto la D, poi appunto la C ed ora ero pronto per affrontare la serie B. Sinceramente non iniziai subito benissimo con Mister Fabbri, come tutta la squadra d’altronde, poi con l’arrivo di Mister Maldini proseguimmo tutti su quella linea, non certo positiva. Per fortuna poi arrivò Mister Andreani, ed io in quel momento non stavo giocando, dato che giocava l’altro portiere Massimo Bianchi, e lui decise di rimettermi titolare. Feci un ottimo fine campionato, con quattordici partite alla grande, compresa quella di Vicenza (L.R. Vicenza-Ternana 0-0) dove parai veramente anche l’imparabile! La ciliegina sulla torta di quella stagione poi arrivò con la partita di Catania (Catania-Ternana 0-1, il 12-06-1977), dove con quella vittoria praticamente realizzammo il miracolo della salvezza, a spese proprio degli etnei. Ricordo i festeggiamenti dei tifosi che ci vennero ad aspettare al casello autostradale di Orte, poi proseguiti anche in città.
11) Chi erano i leader dello spogliatoio di quella Ternana?
Come quasi sempre accade, erano quelli più anziani ed esperti, come Rosa, Masiello, Casone, Crivelli. Quest’ultimo poi era di poche parole ma di tanta personalità. Quella era una squadra che non era certo stata costruita per aspirare alla salvezza ma per obiettivi ben più importanti, poi però accaddero una serie di circostanze negative che ci portarono a ritrovarci in quella situazione. Probabilmente anche la scelta dell’allenatore, Mister Fabbri, non fu azzeccatissima, così come con il suo successore Maldini. Per fortuna che alla fine la scelta di Mister Andreani si rivelò quella più azzeccata.
12) Quindi ancora un abbandono per approdare a società prestigiose dove fu protagonista. Una sua scelta o della Società?
Fu una decisione della Società, visto anche che all’epoca i calciatori erano di proprietà della società e difficilmente potevano opporsi alle decisioni societarie. In quella estate si era parlato anche di interessamento di società di serie A, poi arrivò l’offerta del Bari in serie B, società comunque di prestigio, e quindi accettai di buon grado.
13) Avrà modo di tornare più volte al Liberati da avversario quando difendeva la porta del Bari (Ternana-Bari 2-0, il 28-05-1978; Ternana-Bari 2-2, il 28-01-1979). Ricorda quale fu l’accoglienza nei suoi confronti da parte degli ex-tifosi?
Tornare al Liberati fu una bella emozione e ricordo che l’accoglienza da parte dei tifosi, in entrambe le occasioni, fu ottima. Questo, presumo, anche perché non fui io a voler andare via ma le motivazioni furono esclusivamente di natura economica da parte della Società, visto che la mia cessione permise di incassare una bella cifra.
14) Tornerà ancora, questa volta in serie C, nella stagione 1983-’84. Come andarono le cose per il suo ritorno in maglia rossoverde?
Per onestà devo dire che quando mi proposero di tornare a vestire la casacca rossoverde, inizialmente non la presi proprio benissimo. Ovviamente non perché tornavo alla Ternana, cosa questa che non poteva che farmi piacere, ma piuttosto perché questo significava dover scendere di categoria, dopo che avevo fatto degli ottimi campionati di serie B con le maglie di Bari e Lecce. Però alla fine accettai di buon grado perché questo significava prima di tutto riavvicinarmi a casa, e poi perché non potei sfuggire alla “marcatura stretta” di Varo Conti, il quale mi chiamava praticamente tutti i giorni per convincermi ad accettare l’offerta della Ternana. Ma la motivazione più convincente fu il fatto che a Terni avrei ritrovato un allenatore serio e preparato: Giovanni Meregalli, il quale lo avevo già avuto come secondo di Viciani nella stagione 1971-’72. Per la verità ero stato allettato anche da una serie di promesse, come quella di entrare nello staff societario una volta chiusa la carriera da calciatore, poi però purtroppo le cose andarono in tutt’altra direzione.
15) Il mister di quella Ternana era Mister Meregalli, ex-rossoverde degli anni ’60. Che tipo di allenatore era per De Luca?
Prima di tutto un “signore”! Io accettai di tornare alla Ternana, come detto, oltre al pressing di Varo Conti, anche perché sapevo di ritrovare un allenatore che conoscevo, di cui avevo stima, perché persona per bene e professionalmente preparato, il quale amava quella maglia. Prima di accettare la proposta della Società, ci parlai e lui mi convinse, perché si dimostrò determinato a fare bene. Poi purtroppo, anche in questo caso, le cose andarono in maniera diversa, ma certo non per colpa sua. Ricordo che in quella stagione ci salvammo all’ultima giornata (Ternana-Francavilla 2-2, il 03-06-1984) a spese della Civitanovese, quando al termine della partita tutti noi giocatori aspettammo in mezzo al campo di sapere i risultati dagli altri campi.
16) Tra i suoi colleghi di quella formazione c’era un calciatore che purtroppo ci ha lasciato già da troppo tempo: Gianluca Signorini. Vuole ricordare chi era per voi compagni di squadra?
Un ragazzo d’oro! Ci frequentavamo spesso, anche fuori dal campo, insieme a Paolucci e Di Vincenzo, con le rispettive famiglie. La sua tragica scomparsa ha addolorato veramente tutto l’ambiente del calcio italiano e soprattutto chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. L’ultima volta che ebbi la possibilità di incontrarlo e parlarci fu quando lui era entrato a far parte dello staff dirigenziale del Pisa, alla fine degli anni ’90.
17) La sua storia con la Ternana proseguirà ancora nella stagione successiva. Sulla panchina arriva Mister Salvemini, uno che poi avrebbe fatto una carriera importante. Che tipo di allenatore era?
Onestamente devo dire che non ho avuto un gran rapporto con lui, visto che con me, credo, non si comportò molto bene. Quando arrivò lui, io venivo da un gran campionato nell’anno precedente, con Mister Meregalli, eppure questo a lui non bastò, facendomi praticamente fuori dalla formazione titolare, preferendomi, ad un certo punto, il giovane Raggi Alberto, addicendo mille scuse, come quella che io fossi stressato ed avessi bisogno di riposo.
18) Nell’estate del 1985 dà il suo addio definitivo alla casacca delle Fere. Anche in questo caso fu una sua decisione o esclusivamente della Società?
Visto come erano andate le cose nella stagione appena terminata, decisi di avvicinarmi a casa. Mi avevano cercato delle squadre di C2 ma alla fine accettai la proposta del D.S. del Poggibonsi, in serie D, lo stesso che mi aveva portato in precedenza a vestire la maglia del Siena.
19) Nei suoi cinque campionati in rossoverde ha avuto due presidenti: Taddei e Tiberi. Quali le differenze tra loro?
Una differenza sostanziale: Taddei era un vero e proprio “signore”, una persona squisita, e per tutti noi giocatori era una sorta di secondo padre. Quando ti doveva dire qualcosa, lo faceva sempre con tutta la calma possibile. Tiberi pure era una brava persona, però aveva un carattere molto diverso, era un sanguigno e molto passionale, aveva modi sicuramente più “spicci” e se doveva sgridarti o dirti qualcosa di poco piacevole, lo faceva senza tanti complimenti! Sicuramente, pur essendo entrambi delle brave persone, due caratteri completamente diversi.
20) Come vivevate voi calciatori la città in quegli anni?
Noi eravamo veramente in simbiosi con la città! La vivevamo sette giorni su sette, avendo amici comuni, tifosi o meno. Si andava spesso nei locali cittadini, bar e ristoranti. A tal proposito ricordo con nostalgia una grandissima tifosa, la signora Maria Parrabbi, proprietaria della tabaccheria in Via Battisti, dove andavamo molti di noi calciatori di quegli anni. Inoltre non abitavamo in albergo o in residenze private come accade ora, ma molti di noi calciatori vivevamo in famiglie che mettevano a disposizione della Società alcune camere, diventando così una sorta di loro famigliari aggiunti.
21) Quali sono stati i momenti più belli e quelli più brutti della sua carriera in rossoverde?
Tra i ricordi più belli che mi porto dietro c’è sicuramente il debutto in serie B con Mister Viciani e la promozione in serie A dello stesso anno, anche se in quel campionato io non fui un gran protagonista, dal momento che ero il terzo portiere e feci poche partite, ma ero anche molto giovane. Poi c’è la salvezza alle ultime giornate con Mister Andreani nel campionato 1976-’77, con la vittoria-miracolo al Cibali.
Il momento più brutto invece è stato, senza ombra di dubbio, quando sono “dovuto” andare via definitivamente da Terni, nell’estate del 1985. Una delusione immensa, sicuramente anche maggiore del goal subito al Santa Giuliana nel derby contro il Perugia (Perugia-Ternana 1-0, il 16-04-1972)!
Io, prima di diventare calciatore rossoverde, già ero un tifoso delle Fere fin dalla fine degli anni ’60, quando venivo spesso a vedere la partita nel nuovo stadio del Liberati, quindi lasciare la maglia della Ternana per me fu una delusione cocentissima!
22) Come definirebbe il ruolo del portiere? Quali le differenze oggi con i suoi tempi?
Pur essendo lo stesso ruolo per certi aspetti, visto che il portiere rimane sempre quello che deve difendere la porta, oggi deve anche saper giocare bene con i piedi e “leggere” bene i movimenti della difesa. Un tempo, ad esempio, era ammesso il passaggio all’indietro verso il portiere da parte di un compagno di squadra, oggi questo non è più possibile, complicando così la vita del portiere. Però oggi è maggiormente coinvolto nel gioco della squadra mentre un tempo era più tagliato fuori. In pratica oggi il portiere è diventato una sorta di secondo libero.
23) In conclusione, ripensando alla sua carriera, ha più rimpianti o più motivi di soddisfazione?
Credo che sia stato lo specchio di quello che ho dato in campo e che quindi ho ottenuto. Per quello che ho dato, a livello ad esempio di sforzo fisico negli allenamenti, credo di essermela meritata e quindi sono assolutamente soddisfatto. No, non ho nessun rimpianto.
Stagione | Competizione | Presenze | Goal subiti | Competizione | Presenze | Goal subiti |
---|---|---|---|---|---|---|
1971-’72 | Serie B | 6 | 7 | Coppa Italia | 0 | 0 |
1974-’75 | Serie A | 0 | 0 | Coppa Italia | 0 | 0 |
1976-’77 | Serie B | 30 | 36 | Coppa Italia | 3 | 3 |
1983-’84 | Serie C1 | 34 | 27 | Coppa Italia | 5 | 1 |
1984-’85 | Serie C1 | 17 | 16 | Coppa Italia | 6 | 3 |
Stagione | Squadra | Serie |
---|---|---|
1970-’71 | Orvietana | Promozione |
1971-’72 | Ternana | Serie B |
1972-’74 | Siena | Serie D |
1974-’75 | Ternana | Serie A |
1975-’76 | Nocerina | Serie C |
1976-’77 | Ternana | Serie B |
1977-’79 | Bari | Serie B |
1979-’83 | Lecce | Serie B |
1983-’85 | Ternana | Serie C1 |
1985-’89 | Poggibonsi | Serie C2 – D |
1989-’90 | Colligiana | Serie D |
1990-’91 | Poggibonsi | Serie C2 |
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di Marco Barcarotti