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Incontri con gli EX: MAXIMILIANO CEJAS

2011 09 18. Ternana Foligno 2 1 005 dal Messaggero del 21 09 2011

Le soddisfazioni per i tifosi delle Fere in questo millennio si possono contare senz’altro sulle dita di una mano e sicuramente se si chiedesse a qualsiasi tifoso quale è la squadra degli ultimi venti anni che ha dato maggiori gioie e soddisfazioni sicuramente la risposta sarebbe univoca: la Ternana di Mister Toscano! La società del Patron Longarini veniva da una retrocessione in C2 l’anno precedente con successivo ripescaggio estivo nella categoria appena lasciata. Quasi incredibilmente si passò dallo sconforto più totale all’euforia generalizzata di tutto l’ambiente nel giro di pochissimi mesi, in un crescendo che portò all’apoteosi della promozione in serie B con qualche giornata di anticipo. Era quella la Ternana, oltre che del Presidente Zadotti e di Mister Toscano, di giocatori attaccatissimi alla maglia, molto legati con l’ambiente cittadino, vissuto spesso e volentieri a 360 gradi, sette giorni su sette. Insomma tutte le componenti giuste per poter fare bene, e bene si fece!Abbiamo incontrato uno dei protagonisti di quella stagione e parzialmente anche di quella precedente: Maximiliano Cejas.
Cejas nasce il 07/02/1980 a Buenos Aires (Argentina) e cresce calcisticamente nelle giovanili dell’Estudiantes. Arriva in Italia nell’estate del 2002 e la sua carriera lo vedrà militare in diverse formazioni di serie C1 e C2 prima di approdare in maglia rossoverde nell’inverno del 2011, nella sessione invernale della campagna acquisti, quando la Ternana partecipava al campionato di serie C1. Purtroppo quella sarà una stagione disgraziata che vedrà la Ternana precipitare in serie C2 dopo uno spareggio-beffa contro il Foligno. L’anno successivo invece, dopo la riammissione alla C1, sarà uno dei protagonisti, non solo in campo, della cavalcata vittoriosa verso la serie B. Purtroppo l’estate successiva non sarà riconfermato e la sua carriera lo porterà ancora a vestire diverse maglie di società di serie C, togliendosi anche la soddisfazione di vincere altri campionati (promozione in serie B a Latina e in serie C a Forlì). Oggi Cejas vive nella nostra città e continua a divertirsi nel mondo del calcio militando nella società del Ferentillo Valnerina in Seconda Categoria.

1) Che mestiere facevano i suoi genitori?
Mio padre era un meccanico e mia madre era una maestra anche se per la maggior parte della sua vita ha fatto “solo” la casalinga.

2) Da dove viene il suo amore per il calcio, quando cominciò da bambino? 
Fino agli anni ’90 io ho abitato in Argentina, nella città de La Plata, dove sono nato e come tutti i ragazzini ho cominciato a tirare calci ad un pallone nelle strade sterrate, non asfaltate e nei campetti di periferia vicino alla mia casa. Poi all’età di 6 anni sono andato a giocare in una squadra della mia città: l’Estudiantes, dove ho cominciato a fare la trafila nel settore giovanile.

3) Come arriva a giocare in Italia? 
La mia è una storia abbastanza lunga. 
Dai 16 ai 21 anni ho giocato con le giovanili dell’Estudiantes e sono arrivato a fare la serie A in Argentina e in quel periodo sono arrivato anche a vestire la maglia della mia Nazionale Under 17, giocando anche i Mondiali di categoria. Esordendo appunto nella massima serie, sono cominciate ad arrivare le attenzioni di allenatori e procuratori ma io non ho avuto mai un procuratore. Questo ha comportato il fatto di essere emarginato dalla prima squadra fino a che mi sono trasferito alla Società del “Defensa y Justicia” in serie B, dove ho giocato una sola stagione. Dopodiché ho deciso di smettere con il calcio. A quel punto mi sono trasferito in Italia, a Milano, grazie al mio amico Andres Guglielminpietro, il quale militava nel Milan, e sono stato un periodo senza giocare perché avevo perso la fiducia e la voglia di farlo. Ho giocato una stagione con il Milazzo in serie D e sono tornato a Milano dal mio amico. Lì però ho conosciuto un procuratore (Filippo Fusco, poi diventato D.S. in diverse società importanti) che mi ha voluto portare al Giugliano, in C2, dove il mister era Marco Cari e dove militavano Vives, Cutolo, Migliaccio, ecc. Lì quindi è ricominciata la mia carriera professionistica.

4) Arriva alla Ternana nell’inverno del 2011. Quali sono stati i risvolti di questo trasferimento in rossoverde? 
Nell’estate del 2010 avevo firmato con il Brindisi ma subito ci sono stati dei problemi. Infatti la Società era in uno stato di fallimento e quindi dopo sei mesi da incubo mi sono svincolato. A Dicembre sono andato in vacanza nel mio Paese e a quel punto, una volta tornato, il mio procuratore mi prospettò l’opzione Ternana. Non c’ho pensato un attimo ad accettare vista l’importanza della piazza per quella categoria. Presidente dell’epoca era Deodati e quel campionato, pur dando tutto quello che potevo in campo, si rilevò molto deludente e fallimentare, visto che finì con la retrocessione in C2 sul campo dopo lo spareggio playout contro il Foligno (Foligno-Ternana 1-0, il 29-05-2011; Ternana-Foligno 1-1, il 05-06-2011).

5) Fa il suo esordio in maglia rossoverde il 24-01-2011 (Pisa-Ternana 1-0). Ricorda le sue sensazioni di quel giorno?
Purtroppo di quel giorno ricordo che, pur non avendo fatto una brutta partita, inteso come squadra, uscimmo sconfitti dallo stadio pisano, sempre difficile per tutti, specie in serie C. Insomma la mia partenza in rossoverde fu sicuramente con il piede sbagliato. Allenatore era ancora Orsi, il quale fu esonerato dopo la partita successiva ed al suo posto arrivò Bruno Giordano.

6) La panchina della Ternana in quella stagione vide avvicendarsi tre allenatori. Quando arrivò in rossoverde il Mister, appunto, era Orsi, sostituito da Giordano. Che rapporti ebbe con i due mister?
Un buon rapporto personale con entrambi, con i quali ho giocato praticamente sempre da titolare. Purtroppo la stagione finì nel peggiore dei modi e di questo ancora me ne dispiaccio.

7) Quello fu un campionato veramente disgraziato, cominciato male e finito nel peggiore dei modi con la retrocessione nello spareggio play-out contro il Foligno. Che esperienza fu per Cejas quella stagione? 
Il gruppo ci teneva a fare bene e pure la Società fece i suoi passi per cercare di raddrizzare la situazione, facendo degli acquisti a Gennaio: oltre me anche Sinigaglia. C’è da dire che a livello societario la situazione era abbastanza caotica, con D.S. che arrivavano e ripartivano e lo stesso discorso avvenne appunto con gli allenatori. Anche gli allenamenti venivano svolti una volta a Terni, un’altra a San Liberato ed un’altra in qualche parte ancora. Insomma una situazione non proprio lineare e tranquilla. In particolare quella partita contro il Foligno, nei playout, ancora grida vendetta! Una partita “strana” che probabilmente non meritavamo di perdere. Io mi impegnai moltissimo in quei sei mesi e non pensavo certo che la fine sarebbe stata quella, unica retrocessione della mia carriera, speravo quindi in una riconferma che poi è vero che avvenne, ma con un allenatore diverso, un D.S. diverso ed in una realtà completamente cambiata da quella che avevo inizialmente ipotizzato.
Fortunatamente la stagione successiva fu ricca di soddisfazioni e ci diede modo di ripagare la tifoseria per le delusioni patite in quel campionato.

8) Lei in quella stagione realizzerà un goal che permetterà la vittoria rossoverde (Ternana-Foggia 3-2, 17-04-2011), purtroppo inutile ai fini del risultato finale del campionato. Ricorda quella sua prima rete in maglia rossoverde? 
Me la ricordo benissimo perché il mio procuratore era molto amico di Zeman, allenatore del Foggia di quella stagione. Quel giorno lui mi fece i complimenti per quello che avevo fatto precedentemente a Taranto e Benevento e questo mi fece molto piacere. Poi quel goal realizzato, su una ribattuta, appoggiando la palla con il destro da dentro l’area piccola. Loro erano una gran bella squadra, con un attacco stellare, composto da giocatori che poi sono arrivati in serie A o addirittura in Nazionale, come Insigne e Farias.

9) Nel campionato successivo cambia la “musica”. Sulla panchina arriva Mister Toscano e la Ternana sarà la protagonista del campionato. Che rapporto si istaurò tra il Mister e voi giocatori e con lei in particolare?
All’inizio, fin dal ritiro estivo di Norcia, è stato un rapporto basato molto sulla serietà, poi a mano a mano che ci conoscevamo reciprocamente è aumentata la fiducia ed il rapporto è diventato più amichevole. Fermo restando però che lui “stava sempre sul pezzo” e dovevamo ascoltare i suoi consigli tecnici e a noi non ha mai parlato della retrocessione che c’era stata nella stagione precedente, anche quando non si sapeva ancora del ripescaggio. Si è subito integrato con città e con tutti noi giocatori, in un rapporto di fiducia e di stima reciproca. Anche con me un rapporto molto bello perché entrambi pensavamo al proprio ruolo senza farsi distrarre da nulla, poi al di fuori del campo si rideva e scherzava piacevolmente. Quando non rientravo tra i titolari era sempre il primo a stimolarmi per far si che non mollassi.

10) Quel campionato sarà un crescendo di risultati positivi e di emozioni. Che ricordo si porta dietro Cejas di quella stagione? 
Di quella stagione mi ricordo ogni piccolo particolare. Fin dall’inizio, quando siamo partiti per il ritiro estivo a Norcia ed eravamo solo 7/8 giocatori, oltre me qualche “superstite” della stagione precedente, come Nolè, Sinigaglia, e qualche ragazzo delle giovanili. Durante il ritiro poi, pian pianino, sono arrivati tutti gli altri. Io ero già strafelice per aver rinnovato il mio contratto per un altro anno ancora e da lì è iniziata una favola destinata a terminare in apoteosi con la promozione in serie B. Quel momento è stato fondamentale. Però lì a Norcia si sono gettate le basi per fare gruppo e sentirsi una vera squadra, forse non eccellenti individualmente ma la forza fu proprio quella: il fatto di sentirsi un blocco unico. Funzionò tutto, dalla squadra, alla Società, all’allenatore e alla piazza. C’era il Presidente Zadotti ed il Direttore Sportivo Cozzella che erano sempre presenti per ogni nostro bisogno. Insomma il massimo di ciò che si può chiedere ad un ambiente per poter ottenere i risultati sperati.

11) In quel campionato la Ternana incontra nuovamente il Foligno (Foligno-Ternana 2-2 in Coppa Italia, il 31-08-2011, Ternana-Foligno 2-1, il 18-09-2011 andata di campionato e Foligno-Ternana 1-1, il 22-01-2012 il ritorno) che oltre ad essere un derby era anche la squadra che aveva fatto retrocedere in C2 i rossoverdi appena nel Giugno precedente. Sentivate voi giocatori, specie voi che avevate vissuto quella delusione, l’importanza di quelle partite per tutto l’ambiente ternano? 
Assolutamente si! Noi che avevamo vissuto quella brutta esperienza spiegammo subito ai nostri nuovi compagni di squadra cosa rappresentavano quelle partite per tutto l’ambiente. Ricordo soprattutto la partita di ritorno a Foligno con lo stadio stracolmo di tifosi rossoverdi, quando vincevamo e subimmo il goal del pareggio negli ultimi minuti. Io comunque quella partita l’ho sentita in maniera particolare per i motivi che tutti possono immaginare! 

12) Il 12-10-2011 la Ternana và a vincere sul campo del Taranto (0-1) in una partita che sarebbe risultata poi determinante ai fini della lotta per la promozione. Quel giorno al seguito delle Fere, all’Erasmo Jacovone, arrivò un solo eroico tifoso rossoverde. Che ricordo ha di quella giornata?
Quella partita indubbiamente ha rappresentato per la squadra la consapevolezza delle nostre forze ed il fatto che se avessimo perso quel campionato la colpa sarebbe stata esclusivamente nostra! Una partita che sulla carta ci dava per sfavoriti visto che il Taranto era una corazzata ed era la squadra da battere ed avendola vinta ci diede maggiore convinzione che avremmo potuto farcela. Anche in questo caso una partita che personalmente ho sentito tantissimo, visto le mie due stagioni meravigliose vissute precedentemente in quella Società, caratterizzate purtroppo da un playoff ed una finale playoff persi. Tanti amici tifosi rossoblù mi telefonarono per salutarmi nei giorni precedenti e mi vennero a trovare in albergo, in ritiro pre-partita, il giorno prima.

13) La domenica successiva la Ternana incontra il Pisa dell’ex-rossoverde Dino Pagliari al Liberati (Ternana-Pisa 1-0, il 16-10-2011). Arbitro il Sig. Maresca di Napoli, il quale concesse un rigore molto dubbio ai toscani ed espulse anche due giocatori rossoverdi (Stendardo e Bernardi) e Mister Toscano. Ricorda questa partita e le emozioni (o probabilmente la rabbia) per questi episodi descritti?
Ricordo molto bene quella partita, con il goal realizzato da Pisacane, ma soprattutto il comportamento molto “particolare” dell’arbitro che fece di tutto per favorire la squadra toscana. Atteggiamento che poi si ripeté qualche tempo dopo anche nella partita contro il Lumezzane (Ternana-Lumezzane 1-0, il 29-01-2012, N.d.R.), dove concesse un rigore molto dubbio agli avversari, parato poi da Ambrosi, e noi realizzammo, con Bernardi, il goal della vittoria al 91°! Abbiamo lottato anche contro queste situazioni ed è anche per questo che la vittoria finale è stata ancora più bella!

14) Anche in quella stagione lei realizzerà un solo goal ma molto importante ai fini della classifica finale (Carpi-Ternana 1-1, il 05-02-2012). Anche in questo caso le chiedo ricordi e sensazioni di quella giornata.
Quella fu una partita molto particolare perché inizialmente sembrava che non si dovesse giocare a causa della tanta neve caduta nei giorni precedenti, poi però il Carpi non sentì ragioni e volle giocarla comunque. Arrivati allo stadio fummo vittime di un atteggiamento provocatorio da parte di esponenti della società emiliana ma poi scendemmo comunque in campo, contro una formazione di sicuro valore ed ottenemmo un buon punto per la classifica.

15) Il 25-04-2012 si gioca la partita di recupero Ternana-Reggiana (2-0) che sancisce la vittoria del campionato. Seguiranno gli inevitabili festeggiamenti, al Liberati prima e in città dopo. Che ricordi ha di quella indimenticabile giornata? 
Dico solo che io quella data ce l’ho tatuata in un braccio! Per me era la dimostrazione che avevo vinto la “scommessa”, dopo tutto quello che avevo passato negli anni precedenti, quando avevo deciso di scegliere la Ternana. Avevo 32 anni, non ero più certo un ragazzino! Siamo scesi in campo consapevoli che la vittoria avrebbe potuto coronare il sogno, mio e di tutto l’ambiente, e al termine della partita abbiamo aspettato quei 5 minuti interminabili per conoscere i risultati dagli altri campi, poi fu l’apoteosi! Io li passai da solo, in disparte, poi all’annuncio ufficiale nella mia testa passarono le immagini di tutta la mia carriera calcistica in Italia e tra le lacrime di gioia ci abbracciammo tra noi compagni e lì cominciò la festa di tutta la città. Una delle più belle giornate della mia vita: assolutamente indimenticabile!


16) Si dice sempre che nel calcio le fortune di una squadra le fa uno spogliatoio sano. E’ risaputo che in quella Ternana fosse così. Chi erano i leader di quella rosa?
Era uno spogliatoio sano con tutti i componenti determinati a raggiungere l’obiettivo finale, grazie anche al Mister che ci ha indicato il cammino da fare. Un leader vero e proprio forse non c’era, a parte il fatto che noi più “anziani” eravamo i portavoce nei confronti della Società ma le decisioni poi si prendevano tutti noi insieme. Stavamo spessissimo insieme, magari per andare a cena o al cinema, chiedevamo noi di andare in ritiro prima delle partite più importanti ed eravamo due ore prima nello spogliatoio perché era un piacere vederci. Vivevamo anche molto la città, spesso tutti insieme.

17) Al termine di quella stagione lei però non verrà riconfermato e lascerà per sempre quella maglia tanto amata. Si aspettava sinceramente qualcosa di più dalla Società? 
Anche un po’ prima del termine del campionato, visto che io non avevo un procuratore e poi sarei partito per l’Argentina, ho chiesto a Mister Toscano quali erano le sue intenzioni e quelle della Società nei miei confronti e lui mi rispose che quei 12/13 giocatori titolari avrebbe avuto l’intenzione di riconfermarli. Successivamente andai a parlare anche con il D.S. Cozzella e lì cominciarono un po’ di discorsi evasivi e quindi io, che avevo il contratto in scadenza, cominciai a guardarmi un po’ intorno. Alla fine la riconferma non arrivò ed ancora non so né chi lo decise e né il motivo di quella scelta, ma io non ho nessun rancore per questo perché il calcio è questo.


18) Nel suo anno e mezzo in maglia rossoverde, chi è stato l’avversario diretto che gli ha creato più problemi in mezzo al campo e perché? 
Io avevo giocato diversi anni nel campionato di serie C e conoscevo abbastanza bene quel mondo. C’erano delle squadre, come Taranto e Carpi, che erano sicuramente attrezzate e ricordo ad esempio Concas che era un giocatore sempre difficile da affrontare. Il fatto di affrontare la capolista era un motivo in più per gli avversari per dare tutto il possibile, ma io per fortuna avevo dei compagni di squadra che mi davano una grossa mano per affrontare gli avversari più rognosi.

19) Tutti noi tifosi ricordiamo quella squadra come una formazione i cui componenti erano molto legati tra di loro, sempre pronti ad aiutarsi uno con l’altro in campo ma anche fuori. Con chi instaurò, tra i suoi ex-compagni, l’amicizia più importante nel suo periodo in rossoverde? Chi di loro frequenta ancora?
Noi ancora oggi siamo molto amici e ci sentiamo spesso, anche con l’aiuto delle nuove tecnologie social. Con Ferraro avevo giocato insieme a Benevento e quindi avevo già un rapporto di amicizia molto stretto, ma anche con Nolè, Miglietta, Litteri, Sinigaglia, Dianda, Pisacane, De Giosa, Ambrosi. Insomma, la dimostrazione che quello era un gran bel gruppo.

20) Lei oggi vive nella nostra città, diventata la sua di adozione. Quali sono state le motivazioni che lo hanno portato a tale scelta
Anche dopo essere andato via dalla Ternana, avendo la compagna di Terni, tornavo a Terni appena potevo e la scelta è stata la logica conseguenza. Ora poi ho sposato questo progetto bellissimo del Ferentillo Valnerina dell’ex-rossoverde Cardona dove si cerca di insegnare calcio ai bambini, ma anche di farli crescere come persone, e dove ho ritrovato diversi miei ex-compagni della Ternana. Un’esperienza questa che mi ha subito affascinato e dove ho trovato un’ambiente ideale per rimanere nel mondo del calcio.

21) Qual è oggi il legame di Maximiliano Cejas con la città di Terni e con i suoi tifosi? 
Un rapporto molto bello, sia da parte mia che da parte della gente che spesso mi riconosce per strada e ricorda il mio periodo in rossoverde. In quel campionato vinto iniziammo con poche presenze allo stadio, poi a mano a mano che andavamo avanti, con i risultati ed il bel gioco, siamo riusciti a portarci tanta gente e ripensare alle famiglie ed ai tanti bambini che frequentavano il Liberati, in una città operaia che purtroppo ha anche le sue sofferenze, mi da un’emozione unica. Credo quindi di aver lasciato un buon ricordo nei tifosi e questo penso sia la cosa che conta di più.

StagioneCompetizionePresenzeGoalCompetizionePresenzeGoal
Gennaio 2011Serie C1131Coppa italia00
2011-’12Serie C1251Coppa italia40
La carriera di Cejas in rossoverde
StagioneSquadraSerie
1997-‘01EstudiantesArgentina
2001-‘02Defensa y Justicia Argentina
2002-‘03MilazzoSerie D
2003-‘06GiulianoSerie C2
2006-‘08TarantoSerie C1
2008-‘10BeneventoSerie C1
2010-‘11BrindisiSerie C2
Gen. 2011-‘12TernanaSerie C1
2012-‘14LatinaSerie B – C1
Gen. 2014-‘15ForlìSerie C
2015OlbiaSerie D
Dic. 2015-‘17CasaranoEccellenza
2017-‘18La FioritaSan Martino
2018-‘19FerentilloSeconda Categoria
La carriera di Maximiliano Cejas

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di Marco Barcarotti

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