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Repubblica Ceca, per Danilo Petrucci una pista tutta da scoprire

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4212 metri, 21 curve, 12 a destra e 9 nove a sinistra, un rettilineo non lunghissimo dove si accede dopo un paio di curve da raccordare bene per lanciarsi al meglio; un circuito sicuramente non facile dove dare il giusto ritmo ai cambi di direzione diventa fondamentale per far bene. Questo è Most, un tracciato d’altri tempi, è stato inaugurato nell’83, come d’altri tempi è il paesaggio che lo circonda. Questo è il terzo anno che ospita il mondiale delle derivate di serie e per l’occasione si è rifatto il trucco con un asfalto completamente nuovo. Qualche pecca per ciò che concerne la sicurezza con un paio di punti che vedono le barriere protettive troppo vicine alla pista e per lo spazio nel paddock dove le strutture faticano un po’ ad essere alloggiate. Detto questo, con il GP della Repubblica Ceca ci si appresta alla violata finale di questa stagione 2023; dopo Most si correrà in Francia a Magny Cours poi ad Aragon ed in Portogallo a Portimao che ad oggi, dopo l’annullamento del GP di Argentina, rappresenterebbe l’ultimo evento in calendario ma la Dorna sta già lavorando per sostituirlo con un’altra gara che, presumibilmente, si dovrebbe svolgere sul tracciato di Jerez de la Frontera. Ma veniamo a Danilo Petrucci che si presenta qui a Most con uno score forse un po’ lontano dalle sue aspettative, settimo con 117 punti all’attivo ma secondo nella speciale classifica degli Independend, e dopo una gara, quella di Imola, davvero tribolata per lui. Caldo torrido e asfalto scivolosissimo infatti, non lo hanno certamente aiutato anche se, qualche miglioramento in senso generale, si è notato con l’utilizzo del nuovo forcellone più rigido. In una pista come quella dove si correrà questo week end, tutte curve e con un fondo completamente rifatto, Danilo potrebbe esprimersi con qualche difficoltà in meno anche se la differenza di peso con Bautista, punto di riferimento della Casa di Borgo Panigale, si fa sentire eccome. Tra l’altro per Danilo, correre su questo tracciato si può considerare come un debutto dato che vi ha girato soltanto con una moto completamente stradale e con condizioni totalmente differenti. Per la cronaca, ballando tra le righe di un regolamento che quanto meno riesce nell’intento di disorientare gli appassionati, con valenza immediata sono stati concessi 250 motore alle Yamaha dopo che in Italia erano stati concessi alla Kawasaki e tolti alla Ducati. Trovare il giusto compromesso capace di accontentare tutti sembra davvero complicato ma di certo, il ricordo delle vere SBK anni ’80, manubri alti, targhe porta numero quadrate in pieno stile USA, poche modifiche dalla serie, sembra sempre più lontano.

Per il programma e tutte le informazione del week end di gare:
https://www.worldsbk.com/it/evento/CZE/2023.

Foto: gpanency

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