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Incontri con gli EX: GIANFRANCO GEROMEL 

1970 71. Figurine Reli. Geromel 001

E’ il 61° minuto di Ternana-Novara del 18-06-1972 e Mister Viciani decide che è giusto far ricevere il giusto applauso da parte della tifoseria ad un giocatore dalle qualità professionali ed umane innegabili, ma anche molto sfortunato: esce il portiere Migliorini ed entra il suo sostituto Gianfranco Geromel. Quella che si stava giocando sul manto erboso del Liberati era una partita che sarebbe rimasta nella storia della nostra amata squadra del cuore perchè sarebbe bastato un solo punto e la Ternana, per la prima volta nella sua storia, sarebbe approdata in serie A e Geromel faceva il suo rientro in squadra dopo tre mesi. Un’annata veramente sfortunata quella per il portiere rossoverde, il quale a Novembre aveva sostituito il titolare Migliorini che aveva avuto dei problemi fisici, ma un’incidente di gioco mandò fuori causa anche lui, lasciando la Ternana con il terzo portiere della rosa, il giovane Graziano De Luca. Geromel nasce a Seregno (MI) il 01-11-1948 e cresce calcisticamente nella società romana del Tevere Roma da dove approderà alla Ternana nell’estate del 1970. Rimarrà in rossoverde per quattro stagioni, vivendo così la soddisfazione di vincere il campionato di serie B ed esordire in serie A l’anno successivo. Però nella sua ultima stagione con la maglia delle Fere non scenderà in campo nemmeno per una presenza e nella stagione successiva verrà ceduto al Modena in serie C, dove si toglierà la soddisfazione di vincere ancora un campionato. Purtroppo nella sua seconda stagione con la maglia dei “Canarini” un grave incidente di gioco lo costringerà all’abbandono dell’attività agonistica a soli 28 anni, un’età sicuramente troppo giovane, specie  per un portiere. Oggi Geromel vive nell’hinterland milanese ed ha lasciato definitivamente il mondo del calcio.

1) Signor Geromel, cominciamo da lontano, mi parla della sua famiglia? Quanto la aiutò, da bambino, nella sua passione per il calcio?
I miei genitori erano di origine veneta, mio padre carpentiere e mia madre casalinga. Sono figlio unico, alla nascita piuttosto gracile e per questo motivo vengo spesso mandato in colonia, per respirare l’aria salubre della riviera. Tornato in buona salute comincio a frequentare l’oratorio davanti alla mia abitazione. Dopo la scuola, e finché non faceva buio, ero sempre sul campo a giocare. Tornavo a casa spesso molto sudato e questo preoccupa mia madre, ma vedendomi poi crescere fisicamente bene ed in salute, non mi hanno mai intralciato nella mia passione.


2) In genere, da bambini, il ruolo di portiere viene assegnato dai compagni di gioco a quello più “scarso” con i piedi. Capitò così anche a lei? 
Per la verità non proprio. All’oratorio giocavo abbastanza bene come attaccante. A tal proposito devo raccontare un divertente aneddoto. Durante una trasferta il pulmann si ferma in un autogrill, qui incontro Don Dante, parroco dell’oratorio dove giocavo da bambino, lo presento a Mister Viciani al quale dice testualmente: “il suo portiere lo deve far giocare in avanti perché è più bravo come centravanti!”


3) Si dice anche che per giocare nel ruolo di portiere bisogna essere un po’ pazzi. Eppure lei non ha mai dato l’idea di un “pazzo”. Ci si riconosce in questo stereotipo?
Avevo un buon colpo d’occhio ed un buon piazzamento, qualche volta sentivo il brusio del pubblico quando il pallone usciva di poco a lato senza che l’accompagnassi con un tuffo di sicurezza. Ero un “freddo” ma non credo fossi un “pazzerello”.


4) Arrivò a Terni dove in panchina era arrivato Mister Vinicio. Che tipo di allenatore era?
Persona seria e professionale, lavoravamo più sulla forza, meno sulla rapidità. Questo tipo di lavoro, nel ritiro di Gubbio, mi provocò un leggero collasso, con il mister parecchio spaventato. Dopo questo episodio i lavori per noi portieri furono più veloci ma meno pesanti.


5) Quando arrivò a Terni che impressione le fece la città?
Di una città industriosa, dove negli anni ’70 la forza lavoro cittadina era enorme, con le Acciaierie in primo piano. Non una città medioevale come tante in Umbria ma un ambiente dove era possibile vivere la quotidianità cittadina, nonostante fossi un calciatore, senza sentirmi privilegiato. 


6) L’anno successivo arriva Mister Viciani. Si racconta di allenamenti durissimi, specie durante la preparazione estiva. Lo erano anche per voi portieri? 
La preparazione con Mister Viciani, presso il Campo Scuola di Terni, fu per i nuovi arrivati una dura realtà. Veniva fatta al mattino molto presto a causa del caldo torrido durante la giornata. Gli allenamenti con ripetute sui cento metri con tempi di recupero sempre minori erano molto faticosi, si sudava parecchio, compreso noi portieri che facevamo lo stesso lavoro dei nostri compagni.


7) Nel campionato 1971-’72 lei sostituì Migliorini che ebbe un problema di salute. Ma durante una partita al Liberati (Ternana-Genoa 1-1, il 12-03-1972) ebbe un grave infortunio che lo tenne lontano dal campo di gioco per svariati mesi. Ci ricorda quell’episodio?
Con Mister Viciani la squadra giocava molto corta, io per natura giocavo molto alto, quasi un secondo libero. Ricordo un cambio gioco genoano che sorprese la difesa, a quel punto decisi di uscire per cercare di contrastare Maselli che si stava involando solitario. Mentre lui cercava di calciare verso la porta sguarnita mi colpì sulla gamba portante, sentii un rumore di un grissino spezzato. La palla uscì a lato, Maselli non fece goal ma mi procurò involontariamente la rottura di un menisco, un altro che usciva di sede, uno stiramento serio al crociato, nonchè al collaterale. Morale: un ginocchio instabile.


8) Rientrò solo all’ultima giornata, appena in tempo per gustarsi la gloria della vittoria (Ternana-Novara 3-1, il 18-06-1972). Che ricordi ha di quella giornata storica per la città intera?
Una città tutta colorata di rosso e verde, via vai di auto con a bordo ragazzi che sventolavano bandieroni che inneggiavano alla serie A appena conquistata. La gioia di noi giocatori, ma soprattutto aver fatto impazzire di gioia un’intera città. Ricordo che dopo il “rompete le righe” della Società molti di noi giocatori rimanemmo in città per condividere con tanti amici e gente comune la nostra e la loro felicità.


9) La stagione successiva quindi è serie A e lei verrà riconfermato, avrà quindi la soddisfazione di fare il suo esordio nella massima serie. Che esperienza fu questa per lei?
Eravamo tutti quanti all’esordio in serie A e questo è stato poi il nostro limite. Mi riferisco alla dirigenza, agli allenatori ed ai giocatori, alcuni dei quali bravi, altri generosi, ma tutti inesperti, in un campionato dove le piccole squadre dovevano avere strutture ben solide. Noi non eravamo certo a quei livelli!
Per un giovane, come lo ero io allora, giocare contro campioni celebrati o in stadi come San Siro, era un sogno che si avverava, poi però ci fu il risveglio!


10) I tabellini di quella stagione parlano di dieci sue presenze, dato che Mister Viciani decise che il portiere titolare fosse Alessandrelli. Una scelta che conosceva già fin dall’estate prima o se l’aspettava  diversa?
Nonostante tutte le terapie per guarire, il mio ginocchio faceva spesso le bizze, per cui la scelta di Mister Viciani non mi infastidì, sapendo che avevo dei seri problemi fisici.


11) Con Alessandrelli momentaneamente fuori causa la scelta di Mister Viciani inizialmente fu quella di Tancredi. Come la prese, ci rimase sinceramente male o se l’aspettava?
Non ero ancora del tutto pronto, avevo un quadricipite più piccolo rispetto all’altro, quindi sulla gamba sinistra spingevo di meno a causa del muscolo più debole. Con il lavoro cercavo di recuperare il tono muscolare ma era molto difficile riuscirci.


12) Poi finalmente arriva il giorno del suo esordio in serie A. Al 46° di Juventus-Ternana (2-0, il 24-12-1972) entra sostituendo appunto Tancredi. Ricorda le emozioni di quel momento?
Entrai appunto nel secondo tempo, sul risultato di 1-0 per la Juventus. Disputai un’ottima partita, presi goal solo dopo aver fatto una bella parata su un tiro di Capello, sulla cui ribattuta Altafini mi “fece secco”!


13) Tra le sue dieci presenze di quella stagione c’è anche quella contro la Juve al Liberati (Ternana-Juventus 2-3, il 29-04-1973) dove lei parò un rigore a Causio (in goal poi sulla ribattuta). Ricorda quell’episodio?
Ne ricordo due. La prima fu un’incomprensione tra me e il mio compagno Agretti, in cui Bettega ci “uccellò”. La seconda, sul rigore di Causio, rimasi fermo fino all’ultimo, buttandomi dalla parte giusta, ma non trattenni e così mi infilò di nuovo.


14) Nella stagione successiva arrivò Mister Riccomini e lei fece il secondo a Nardin ma non riuscì a scendere mai in campo. Si aspettava obiettivamente qualcosa di più? 
La retrocessione convinse la Società a cambiare diversi giocatori e pure l’allenatore. Risalire subito in serie A non era semplice. Riccomini, il nuovo mister, scelse Nardin, la squadra si comportò bene ottenendo una nuova promozione e Nardin fece un ottimo campionato. Giusto così!


15) Dei suoi ex-compagni rossoverdi, con chi legò maggiormente? E con chi, se ci fu, ebbe maggiori problemi? E perché?
Direi che legai maggiormente con chi frequentava gli stessi miei ritrovi fuori dal campo. Tra questi c’era Benatti, bravo sul campo ma una “schiappa” a carte e boccette. Problemi non ce ne furono con nessuno, anche se gli “anziani” li frequentavo poco.


16) Al termine della stagione 1973-’74 la Ternana conquista per la seconda volta la serie A. Però lei non fu riconfermato. Questa decisione societaria se l’aspettava o fu una delusione per lei?
Volevo giocare per vedere se ero ancora in grado di tornare a certi livelli. Fu quindi una decisione condivisa. Sarò per sempre grato alla Società Ternana ed a tutti i suoi tifosi.


17) Verrà ceduto al Modena dove ebbe una stagione ricca di soddisfazioni, visto che vinceste il campionato di serie C e quindi approdò di nuovo in serie B con i canarini. Che esperienza fu per lei?
Nella prima stagione a Modena ebbi come allenatore Galbiati. Con lui riuscimmo, dopo un lungo testa a testa con il Rimini, a vincere il campionato, quindi di nuovo serie B. Fu una bella esperienza, come tutte le competizioni dove riesci a vincere, anche se non ha nulla a che vedere con il calore vissuto vincendo i campionati a Terni.


18) Il Genoa però era tristemente nel suo destino purtroppo. Con la maglia del Modena nella stagione 1975-‘76, ancora contro la squadra ligure, ebbe un altro grave incidente che lo portò al definitivo abbandono del calcio. Che ricordi ha di quel giorno maledetto?
In quella stagione non ebbi un incidente così grave come quello di Terni, però dopo una leggera quanto dolorosa distorsione al ginocchio già martoriato, mi resi conto che non avevo più controllo su quell’arto. Fu così che, con tanto rimpianto, decisi che era giunto il momento di appendere i guanti al chiodo.


19) Ripensando alla sua carriera, ha più rimpianti o più soddisfazioni?
Soddisfazioni senz’altro, in sette anni di carriera da professionista avevo collezionato tre promozioni. Sono stato selezionato con la Nazionale di serie B, con gente come Chinaglia, Re Cecconi, Turone, ed in fin dei conti mi sono anche divertito, perché il calcio è un gran bel gioco!


20) Che rapporto ha oggi Geromel con Terni e con i tifosi rossoverdi?
Nonostante Terni disti 550 km da Meda dove io abito, tutte le volte che passo dalle vostre parti faccio sempre il possibile per ritornare a trovare amici e non che mi riportano alla mente anni fantastici.
Un saluto sincero da parte mia a tutti i tifosi rossoverdi.

StagioneCompetizionePresenzeGoal subitiCompetizionePresenzeGoal subiti
1970-’71Serie B45Coppa Italia00
1971-’72Serie A1812Coppa Italia00
1972-’73Serie B1010Coppa Italia00
1973-’74Serie B00Coppa Italia00
La carriera di Geromel in rossoverde
StagioneSquadraSerie
1969-’70Tevere RomaSerie D
1970-’74:Ternana Serie B – A
1974-’76Modena Serie C – B
La carriera di Gianfranco Geromel:


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di Marco Barcarotti

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