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ERALDO FERRACCI: una ternano a “Stelle e strisce”!

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L’America, grande paese l’America! Una terra di conquista, una nuova frontiera dove il mito del If you can dream it, you can do it! (Se puoi sognarlo, puoi realizzarlo!) ha conturbato i pensieri di intere generazioni. Una sorta di panacea per ogni classe di sognatori, il luogo dove i sogni, appunto, potevano e possono tutt’ora divenire realtà. Si, perché l’America non può essere vista e concepita se non come il Grande sogno anzi, come l’insieme dei sogni di tanti uomini e donne che, se pur nella sua breve storia, l’hanno costruita. Centinaia, migliaia, milioni di persone provenienti da tutto il mondo si sono lasciati abbagliare da questo mito e, con migrazioni costanti, l’hanno popolata e fatta crescere. In tutto questo noi italiani siamo stati fondamentali e certamente lo sono stati anche tanti ternani che, dopo aver attraversato quell’oceano fatto di speranze, quelle stesse speranze volevano vederle trasformate in certezze e in un futuro migliore. In queste pagine parliamo di motori e di persone legate a questo mondo quindi, lungi da me l’idea di voler rendere onore a qualcuno a scapito di altri per cui, a memoria, posso ricordare l’avventura di un giovanissimo Mario Umberto Borzacchini che nel 1930 prese parte alla 500 Miglia di Indianapolis guidando una Maserati ma che, purtroppo, a causa di un cavillo tecnico dovette dare forfait. Quella negli states tra l’altro, fu l’ultima gara alla guida dell’auto bolognese che riprenderà soltanto per l’ultimo e fatale appuntamento in pista a Monza, qualche anno dopo. Altro ternano che oltre oceano celebrò la sua fama, anche se molto più a sud in Argentina, fu Libero Liberati che dopo la trionfale stagione del 1957, anno in cui si laureò Campione del Mondo della 500cc in sella alla Gilera Quattro cilindri, partecipò ad alcune gare, in pratica ad una tournée pubblicitaria, insieme ad Alfredo Milani,altro asso del tempo. Ma tornando a chi l’Italia, e Terni, l’ha lasciata per far fortuna negli USA, l’attenzione la dobbiamo porre d’obbligo su un ternano DOC: Eraldo Ferracci. Ferracci, che da giovane è stato un promettente pilota vincitore del Trofeo Presidente FMI classe 60cc nel 1959, una sorta di Campionato Italianio Cadetti, bissato poi nel 1963 con la vittoria nella classe 125cc, ed ottimo meccanico, arriva a Philadelphia negli anni ’70 con un grande bagaglio di esperienza, accumulato in tanti anni di corse con la Benelli. Mentre proseguiva con la sua passione per le gare vincendo e realizzando personalmente alcune delle moto portate in gara, fu proprio questa sua innata qualità di costruttore a convincere la Benelli ad affidargli lo sviluppo e l’ammodernamento del proprio stabilimento di Hatboro. La fama di Eraldo, sia come pilota di drag-bike sia come preparatore, non tarda a farsi conoscere e cosi, sempre più appassionati affidano a lui le modifiche delle proprie moto. Questo lo porta a studiare ed a creare una serie di componenti da lui stesso prodotti. Ma il passo definitivo verso il successo si deve all’utilizzo in pista delle Ducati: la vittoria di Pete Johnson nella classe Pro-Twins GP2 rappresenta la prima vittoria nel Campionato AMA  ma il salto di qualità arriva nel 1988 quando Dale Quarterley vince il Campionato Pro-Twins (alias Battle of the Twins) con la Ducati 851 Fast by Ferracci. E’ nel 1991 che inizia però il vero dominio del FbyF e questo coincide con la chiamata diretta della Ducati che gli chiede di allestire il primo Ducati Factory Team negli USA. Con l’avvento della 888, più potente e leggera della precedente 851, e con Doug Polen alla guida, il team consegue un numero record di vittorie nella stessa stagione, ben 17, e si laurea Campione del Mondo della SBK ma non solo, perché su quella moto, molti componenti tecnici erano stati progettati e realizzati proprio da Ferracci. Frizione antisaltellamento, cambio elettronico,  modifiche importanti alle sospensioni, avevano reso il gioiello di Borgo Panigale imbattibile!  ll Team Ducati Fast by Ferracci vince nel mondo e negli USA. Dopo Polen arriva Troy Corser poi Freddie Spencer, Alessandro Gramigni, Matt Mladin. Un vero personaggio Eraldo Ferracci, sia nella vita che nel paddock, capace di dare qual tocco di nostrana onestà ad un ambiente difficile come quello delle corse; un “pane al pane e vino al vino” cosi come quella volta che non si è fatto scrupoli a ribadire un concetto molto chiaro ad un pilota appena rientrato da un turno di prove: “Spero che tu ti possa trovare un buon lavoro perché di certo nella vita non farai il pilota!” Nella sua carriera anche una vittoria nell’AMA National Supercross dove, nel 2001 con Travis Preston in sella all’Husquarna, ha fatto segnare il primo successo per un marchio non giapponese nelle piccole cilindrate. Oggi Eraldo Ferracci è alla soglia degli 80 anni, ha un pass permanente per la MotoGP, potrebbe godersi in pace la sua pensione viaggiando per vedersi in santa pace quanti più gran premi volesse ma, in tutto questo  c’è troppa tranquillità per chi, come lui, ha lasciato la Conca alla conquista dell’America!

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