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I Giansanti: una famiglia da corsa

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Passione ed amore sono sentimenti forti e veri che, non di rado, si tramandano anche tra padre in figlio. Se poi il nuovo nato cresce e si nutre dell’odore di olio bruciato, pistoni cilindri e coppe, nulla di più facile che quella passione, nella fattispecie per moto e corse, si trasformi per lui in professione. Fosco e Mirko sono stati due piloti di moto che chiaramente, essendo padre e figlio, non hanno mai incrociato le loro traiettorie in gara ma di sicuro, hanno scaldato i cuori degli stessi appassionati anche se in epoche differenti.

Fosco Giansanti, classe 1943, esordisce nel Campionato Italiano Juniores nel 1967 in sella ad una Motobi 175cc e subito si fa notare per i podi conquistati a Cingoli, Camerino e Giulianova. I circuiti sono cittadini, le tute nere ed i caschi a scodella ma, se il buongiorno si vede dal mattino, per Fosco quei risultati sono senza dubbio un grande incentivo tanto che, l’anno seguente e sempre alla guida della monocilindrica pesarese, conquista il secondo posto in campionato grazie a cinque bellissime vittorie ottenute a Spoleto, Pesaro, Camerino, Oristano e Castiglione del Lago. Nel 1969, in un crescendo di successi,si laurea Campione Italiano Junior della classe 250, risultato che gli permette di essere promosso Seniores nel ’70.

Si cambiano le moto, arrivano le Yamaha e la famosa Scuderia Springol e con loro il quinto posto, al termine della stagione ’71, nella 250 ed il secondo nella 350 e, sempre nella quarto di litro, un altro secondo posto nel 1972. Quest’ultimo coincide anche con l’anno del debutto nel mondiale che, nel Gran Premio delle Nazioni, lo vede concludere in ottava posizione. La vita di un pilota è fatta di emozioni forti, gioie ed adrenalina ma anche di momenti difficili e tristi e in questo lui non fece eccezione. Fosco fu purtroppo testimone e protagonista di una giornata che, ancora oggi, è viva nella memoria degli appassionati di questo sport e non solo. Quel 20 maggio del 1973, in quel curvone di Monza, nel mezzo di quell’inferno che in un attimo fece proprie le vite di Renzo Pasolini e Jarno Saarinen c’era anche lui, cosi come c’erano molti avversari che erano soprattutto compagni e amici. Walter Villa rimase ferito seriamente ma si riprese nelle settimane seguenti, Fosco se la cavò con un braccio rotto, una ferita che per un pilota della sua tempra si cura presto ma, nessuno saprà mai se dentro di se, altre ferite non lo fecero più. Fosco continuerà a correre sino alla seconda metà degli anni ’70, giusto in tempo affinché quella passione, e quei cromosomi da corsa, potessero trovare terreno fertile nella seconda generazione dei Giansanti da corsa. Siamo nel 1976 e nasce Mirko che, a soli sette anni, si ritrova in moto e in gara. Adesso le tute sono colorate, i caschi integrali e i circuiti non più cittadini ma autodromi veri e propri. Per lui una gavetta nei trofei monomarca e nella Sport Production e poi, dopo un secondo posto nel Campionato Europeo della 125GP, l’esordio nel Motomondiale.

E’ il 1996 e debutta come wildcard al Mugello e, poche settimane dopo, è nei punti nel GP di Catalunya a Barcellona. Saranno dieci le stagioni di mondiale tra 125 e 250 poi altre tre in quello Supersport. Nelle GP dodici i podi, dieci i secondi e due i terzi posti conquistati, tre i giri veloci in gara e 744 i punti realizzati in totale con un miglior piazzamento a fine stagione nel 1998 quando giunse sesto. Il 2000 è senza dubbio l’annata più sfortunata: nelle prime sei gare colleziona cinque podi ed è primo in classifica ma poi cade, si frattura una mano e deve dire addio ai sogni di gloria ed alla lotta per conquistare il titolo. Ma ciò che Mirko non è riuscito a realizzare da pilota, lo ha fatto da direttore sportivo. Quel titolo che gli è sfuggito in pista, lo ha conquistato al di qua del muretto merito di un Lucas Mahias che, al termine della stagione appena conclusasi, si è preso l’iride della SSP600 con il Team GRT. E cosi mentre Fosco si cimenta ancora oggi in sella alla sua Zanzani 350 nei circuiti rievocativi, non senza dare sfoggio della sua innata classe e stile, e da abile meccanico restaura e riporta in vita moto del passato e Mirko dirige il box del team impegnato nel mondiale SBK, è già arrivata la nuova generazione dei Giansanti da corsa: Mattia.

Certo è presto, lui è ancora piccolino ma, visti i precedenti in famiglia, sarebbe già il caso di fargli firmare un contratto e cercare qualche sponsor. Il mondiale 2027 è già alle porte!

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