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Interamna History – 28

Terni, il primo fascismo e la nascita della provincia – terza parte, Elia Rossi Passavanti un eroe con il cuore ternano

Nella foto Passavanti a sinistra DAnnunzio al centro e Incisa di Camerana a sinistra moglie bassa

Nel nostro racconto relazionato ai primi anni del secolo scorso, ci siamo imbattuti in una figura che, per ciò che concerne Terni, ha ricoperto senza ombra di dubbio un ruolo importante e fondamentale: Elia Rossi Passavanti. Per scrivere di lui in maniera corretta e senza incorrere in inesattezze, abbiamo usufruito della grande conoscenza del personaggio portata in dote da Danilo Pirro. Danilo Sergio Pirro, architetto impegnato nel campo del Facility Management, oltre ad essere autore di numerosi saggi sulla storia dell’architettura contemporanea, curatore di volumi collettanei relativi alla storia di Terni, coordinatore per le pubblicazioni inedite di Vincenzo Pirro e referente per il territorio dell’Associazione Amici della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, è un profondo conoscitore della figura e del trascorso di Elia Rossi Passavanti ed impegnato, come dimostra la pagina Facebook Apriamo la Casa Museo di Elia Rossi Passavanti, a mantenerne vivo il ricordo e la memoria.

Poi conoscono a Terni questo personaggio che in realtà ha fatto non solo la storia della nostra città, ma la storia dell’Italia del Novecento. Elia Rossi Passavanti nasce a Terni nel 1896 e partecipa al primo conflitto mondiale dove si distingue per il suo coraggio, fino ad ottenere una medaglia d’oro al valor Militare (1916).  Insieme a moltissimi reduci, partecipa nel 1919 all’occupazione della città di Fiume che in base alla situazione contingente rischia di entrare a far parte del neo-stato della Jugoslavia, perdendo così la sua italianità.  L’impresa di Fiume è guidata dal poeta-soldato Gabriele d’Annunzio con il quale Passavanti stringe una profonda amicizia; una amicizia che lo porterà a divenire la sua guardia personale a capo della compagnia militare della Disperata. D’Annunzio lo chiama amichevolmente Frate Elia. Fiume è un laboratorio sociale, artistico e di pensiero politico. A Fiume viene scritta una costituzione all’avanguardia per il periodo: La carta del Carnaro. Questa costituzione esalta l’individuo e le sue libertà, dà parità fra uomo e donna e  pone la musica come fondamento del vivere civile. A Fiume, era il 1920, in occasione di un torneo sportivo nasce lo scudetto tricolore che poi verrà utilizzato nei campionati italiani come simbolo della squadra campione nazionale. Nella città istriana Passavanti respira questa atmosfera cosmopolita, contestatrice, ma allo stesso tempo feconda di idee e di aspirazioni politiche. Qui conosce la nobildonna Margherita Incisa di Camerana, crocerossina, donna attiva e emancipata che sposa nell’ottobre del ‘20.  L’esperienza fiumana si concluderà tragicamente con la repressione da parte dell’esercito italiano che porterà alla conclusione dell’occupazione di Fiume ed al definitivo abbandono di D’Annunzio della città. Il Passavanti non partecipò alla fine dell’Impresa di Fiume, era già partito per l’Africa, dove visse lì per due anni con la moglie. Al ritorno Mussolini aveva già preso il potere in Italia e lui aderì al partito fascista come molti  ex reduci della Grande Guerra, il tutto nell’idea di difesa di quei valori patriottici e nazionali che li avevano forgiati nelle trincee dei campi battaglia. Passavanti rimase sempre molto legato a Terni e si batté sia per la nascita della nuova Provincia, sia per difendere gli interessi cittadini nella questione dei canoni delle concessioni idriche, a discapito degli utili dell’acciaieria. Nel 1924 divenne deputato del Regno d’Italia per il cosiddetto Listone Mussolini poi nel 1927 divenne Podestà della città. Nei suoi discorsi vi è sempre la difesa dei deboli, dei lavoratori e l’invito alla difesa della patria. Una volta conclusasi la sua esperienza politica sia nazionale che locale, diviene docente universitario di Scienze Politiche a Perugia e Consigliere della Corte del Conti (1932).  E’ il Comune di ad omaggiarlo nello stesso anno per le sue imprese ed il suo valore, concedendogli come residenza parte del ex-convento delle Grazie. Ma lui non è solo uomo d’azione e di passione politica, ma anche una persona di grande cultura; fonda due giornali, La Prora e Volontà Fascista oltre che dedicarsi alla scrittura della storia in tre volumi della città di Terni, più volte ristampata. Rimane essenzialmente un militare nello spirito e quell’ardore patriottico a volte polemico maturato nelle trincee e durante l’Impresa fiumana, lo fa allontanare dalla politica dei palazzi e poi, più tardi, dal Fascismo stesso. Partecipa alla Seconda Guerra mondiale dove si guadagna sul fronte greco-albanese una seconda medaglia d’Oro al valor Militare (1941). Il volgere della guerra allo sfavore dell’Italia e la vicinanza alla monarchia, lo fa arruolare all’indomani dell’armistizio del 1943 con l’esercito cobelligerante, affiancando gli alleati nella battaglia per liberare l’Italia dall’invasore tedesco. Il contributo di Passavanti alle azioni belliche alleate rinvigoriscono l’immagine dell’eroe ternano che, per molti ex-fiumani, rimane sempre un riferimento di patriottismo. Non a caso riceve in periodo bellico molte lettere da prigionieri italiani, ex compagni di battaglia. Una di queste lettere che ho recentemente ritrovato all’archivio di Stato di Terni, è scritta da un certo Arturo Rizzoli internato nel campo di concentramento alleato a Bombay nel 1942, che così scrive: Mio caro Comandante. Vi ho scritto già varie volte, così pure a Ciamarra, ma senza risposta. Qui di vecchi Arditi vi sono Cornaglia e Garosi. Il morale è altissimo, la fede incrollabile, ossequi alla Contessa. Ricodatemi agli amici, un abbraccio dal vecchio d’Artagnan. (30 ottobre 1942). Finita la guerra Passavanti rientrò a Terni dove nel frattempo la propria residenza nel convento delle Grazie era stata trasformata in un ospedale militare. Nel 1956, dopo lunga trattativa con il Comune di Terni, ottenne in usufrutto un appartamento posto nel mezzanino di Palazzo Carrara, ove attualmente si trova la casa-museo. Dopo la morte di Margherita Incisa di Camerana nel 1964 si risposò con un’altra nobildonna, Luisa Bonaini da Cignano. Passavanti, in età avanzata, alla fine degli anni ’70, concepisce il progetto di una fondazione filantropica a favore della comunità ternana. Nasce così nell’80 la Ternana Opera Educatrice, una fondazione destinata a premiare i giovani ed i lavoratori meritevoli del territorio di Terni. Nella fondazione sono coinvolte le più importanti istituzioni del territorio, è il dono ultimo che la doppia medaglia d’oro fa alla città. La stessa prevede poi fra le sue finalità l’apertura della casa museo al pubblico, una casa che per documenti, cimeli e memorie, non ha nulla a che invidiare al Vittoriale degli Italiani di D’Annunzio. L’eroe fiumano dona inoltre la sua biblioteca al Comune di Terni. Elia Rossi Passavanti si spegne a Terni l’ 11 luglio del 1985. Il suo mito nella nostra città è stato molto sentito ed a ricordarlo voglio proporre una lettera che un bambino scrisse al Passavanti nel 1956.

Gentilissima Contessa e Onorevole Passavanti,

Mamma mi ha portato la bella e artistica immagine della Madonna col bambino. È stata una sorpresa per me vedere un dono di così grande valore. La metterò al posto d’onore nella mia casa e ricorderò, anche quando sarò grande, la generosità e il valore di Lei, Onorevole, che ha saputo dare alla Patria, perché fosse unita e libera, tanta parte di Sé. Bacio loro la mano 

Dev. Mo Stefano

di Danilo Pirro

Per queste pagine dedicate alla memoria ed alla figura di Elia Rossi Passavanti, ringraziamo ancora una volta l’Arch. Danilo Pirro che con precisione ne ha tracciato un profilo che va oltre la figura storica e di eroe. Passavanti ha senza ombra di dubbio rappresentato un riferimento di primo piano all’interno della comunità cittadina, attraversando in maniera trasversale epoche, costumi e sentimenti politici. Un cammino che lo ha portato da Fiume sino alla lotta antinazista, significa anteporre a tutto e a tutti quel sentimento di italianità e Patria che lo hanno sempre caratterizzato. Per questo anche il progetto di apertura della sua Casa Museo assume un importanza fondamentale per la nostra città e non soltanto; un qualcosa che arricchirebbe la comunità di una memoria storica unica ed un valore aggiunto, sempre che ce ne fosse bisogno, alla figura di un grande italiano (ternano) che in molti ci invidiano.

di Roberto Pagnanini

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