Interamna History – 29
Dai piccoli Balilla alla Pista
Il significativo cambiamento socio-economico-urbanistico che caratterizzò Terni nei primi decessi del secolo scorso, modificò senza ombra di dubbio anche le abitudini ed i costumi degli stessi ternani. Il Fascismo stesso influì molto sulla loro routine. Dopo la Marcia su Roma (ottobre del ’22), Mussolini si pose infatti il problema di come fascistizzare gli italiani, a partire dai più giovani, e trovò la soluzione dando incarico a Renato Ricci, ex ardito, di guidare l’Avanguardia Giovanile Fascista. Riorganizzare la gioventù dal punto di vista morale e fisico era l’obiettivo. Nell’aprile del 1926 nacque cosi l’ONB, l’Opera Nazionale Balilla, un ente complementare a quella che era l’istituzione scolastica del tempo e che prevedeva l’inquadramento di ragazzi dai 6 ai 18 anni; a loro volta i giovani erano suddivisi in Figli della lupa, in Balilla ed in Avanguardisti, il tutto in base all’età. C’è da dire che parallelamente alla nascita dell’ONB si assistette allo scioglimento di altre associazioni da parte del regime; l’ONB poi, non si occupava soltanto di ragazzi ma gestiva anche corsi professionali, corsi post-scolastici per adulti cosi come organizzava corsi di puericultura ed economia domestica. La sua evoluzione, insieme a quella dei Fasci Giovanili di Combattimento, la portò a confluire nella GIL, la Gioventù del Littorio. Alla luce di ciò, Terni non rappresentò una eccezione; nel gennaio del 1927, sotto la presidenza di Elia Rossi Passavanti già Segretario federale, anche nella nostra città venne costituita l’Opera Nazionale Balilla che poteva contare anche su una Biblioteca Balilla, un Cinematografo Balilla ed un Teatrino Balilla. Intorno agli anni ’30, il tesseramento a Terni dei giovani fascisti aveva raggiunto già un numero cospicuo contandone oltre 18.000 e dopo alterne vicende, crebbe ancora; nel frattempo la presidenza era passata dalle mani del conte Cesare Pressio Colonnesea quelle di Adolfo Bosco che si concentrò soprattutto su una forte azione sanitaria capace di offrire i proprie servizi tramite il Gabinetto di profilassi della Casa del Balilla. Li, i giovani potevano sottoporsi principalmente non soltanto ad esami radiografici e visite mediche, il tutto in maniera completamente gratuita, ma potevano anche contare sulla fornitura di apparecchi ortopedici cosi come su prescrizioni specialistiche anch’esse gratuite. E’ indubbio che tutto riuscì anche ad aumentare consenso ed al contempo a tacitare le perplessità ed i dissensi verso il regime. Nella provincia poi, non si tralasciano neppure gli aspetti legati all’organizzazione di campeggi, gare sportive, conferenze e corsi professionali. Le difficoltà semmai sono legate alla mancanza di spazi visto che, a Terni si poteva contare soltanto sui locali disponibili nell’unica Casa del Balilla esistente. Come abbiamo già detto, l’ONB confluirà poi nella GIL; al loro fianco però, da sempre esisteva un’altra associazione, la ONMI, l’Opera per la maternità e l’infanzia, che si prefiggeva come scopo quello di ridurre la mortalità infantile e la crescita dei giovani italiani in base a regole razionali e scientifiche. La benemerita associazione, così veniva intesa, nella nostra provincia viene istituita nel 1927 ed inizia subito a dotarsi di asili nido ed asili infantili. Nei refettori materni trovano ricovero ogni giorno le gestanti e si dispensano alimenti per i bambini più gracili e quelli sofferenti, o predisposti alla tubercolosi, vengono inviati negli istituti di profilassi più importanti e strutturati presenti in altre città. Una particolare attenzione veniva anche dedicata ai figli illegittimi ai quali veniva assicurato il riconoscimento da parte delle madri cosi come a quelli abbandonati, veniva data la opportunità di godere di una educazione. L’Onmi ternana era presieduta dall’avvocato Riccardo Flores e non è esagerato dire che seppe raggiungere un buon grado di efficienza. Erano anni in cui l’attenzione verso la cultura fisica, così come la curiosità verso nuovi sport e nuove mode, si faceva sentire e questo generò un movimento molto vivo. Sul modello inglese, Terni iniziava a farsi conoscere come la Manchester italiana. Il binomio fabbrica-stadio prendeva forma e si concretizzò con la realizzazione della Pista, lo stadio di Viale Brin, un impianto dotato di campo da calcio, un ovale in cemento che lo circondava e che prevedeva delle curve paraboliche che lo rendevano un velodromo all’aperto e di una pista a quattro corsie realizzata in carbonella, adatta alle gare di atletica. Quella struttura divenne ben presto il cuore pulsante dello sport ternano. Progettato dall’ingegner Ceccarelli, era espressione del classico stadio inglese. Se da un lato il suo fascino era dato anche dalla presenza di una bella tribuna coperta da una struttura in ferro battuto, c’è da dire che di contro aveva la possibilità di ospitare soltanto poche migliaia di tifosi il che rese ben presto necessario il suo ampliamento; questi lavori durarono in pratica per tutti gli anni del suo utilizzo e comunque sino all’inaugurazione del nuovo stadio comunale Liberati nell’agosto del ’69. A proposito di Libbero, anche i suoi primi passi, o meglio dire le prime peripezie in moto, avvennero all’interno della Pista in occasione di alcune gare di micromotori, gli schizzetti come era uso chiamarli, che si disputarono al suo interno. Anche Mario Umberto Baconin Borzacchini vi corse in occasione di un evento che lo vide impegnato alla guida della sua auto confrontarsi contro una moto; lui su Salmon GP, quattro cilindri in linea di 1086 cc con una potenza di 15 HP a 6.000 giri, tre marce ed una velocità massima di circa 150 kmh, Umberto Faraglia su Indian 1100 per una gara su 10 chilometri che terminò praticamente alla pari. Sempre parlando di motori, leggenda vuole che tal Zughero, al secolo Ferdinando Natali, festeggiando la vittoria al termine di una gara, e togliendo le mani dal manubrio nell’atto di festeggiare, volò fuori della Pista per atterrare comodamente su un’auto parcheggiata al di la del muro … Nella Terni di inizio Novecento, al di là del RACI, Real Automobil Club Italiano, sulla scia della passione per i motori alimentata dalla gesta di Borzacchini, viene fondato l’Auto Moto Club Terni che già nel 1922 si attiva per organizzare alcune gare come il 3° Circuito dell’Appennino Umbro Marchigiano e il 2° Circuito dell’Appennino Centrale. Corse lunghissime con percorsi di oltre seicento chilometri destinate non solo alle auto ma anche alle moto. Competizioni, queste ultime, nelle quali il ternano Rigoletto Belli si impose in sella ad una Triumph 500cc su strade spesso sconnesse, imbrecciate e per di più aperte al traffico. A proposito di RACI, chi di noi non ha, almeno una volta, detto: Annamoce a magnà un cornetto già lu RACI!” Già, anche perché poi negli anni, e per tanti anni, il bar annesso è stato l’unico a fornire i suoi servizi h24. Nel 1925 viene fondato il Moto Club Terni presso la sala di lettura del Circolo cittadino l’Unione; il sodalizio che si appresta tra pochi anni, esattamente come la Ternana, a festeggiare il secolo di vita, vede aggiungere alla sua iniziale titolazione il nome di Libero Liberati nel 1962 dopo la tragica scomparsa del Ternano volante, cosi come quella di Paolo Pileri successivamente alla sua morte avvenuta nel febbraio del 2007. In quella occasione venne chiamato alla presidenza Amedeo Lo Moro. Nello stesso anno, era il 14 giugno, viene organizzata la prima crono-scalata Terni–Passo della Somma e ad aggiudicarsela è il maceratese Primo Moretti in sella ad una Moto Guzzi ufficiale.
di Roberto Pagnanini