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Interamna History – 24

La Massoneria ternana, Squadra e Compasso fino all’Era fascista

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In alcuni articoli passati abbiamo più volte fatto riferimento alla Massoneria ternana, una istituzione che ha sempre rappresentato un realtà presente e molto attiva nel tessuto sociale cittadino, arrivando anche a caratterizzarne alcuni momenti storici importanti come quello del Risorgimento quando ancora una volta, la sua posizione di città di frontiera, la rese strategicamente determinante per le sorti della contesa.

Prima però di addentrarci nel rappresentare chi e come ha contribuito a tanto, bisogna cercare di capire cosa sia la Massoneria e per questo ci avvarremo di alcuni scritti dello studioso e storico ternano prof. Sergio Bellezza, un profondo conoscitore del mondo massonico. Nella presentazione del libro da lui curato Logge e Massoni in Umbria, Massimo Cipiccia, allora Gran Maestro Onorario del G.O.I, ha utilizzato questa definizione e la descrive cosi: “La Libera Muratoria è un’Istituzione di liberi pensatori che, vivendo tutte le espressioni della società, tentano di interpretare da uomini, da cittadini, il tempo in cui vivono. La storia di persone che hanno sentito l’impulso di operare nel nome della Libertà, della Fratellanza, dell’Uguaglianza ha, in realtà un denominatore comune che si esprime nel suddetto trinomio”. Per entrare a farne parte bisogna essere iniziati e per far questo si segue un preciso e codificato rituale per il grado di Apprendista, il primo dei tre previsti insieme a quello di Compagno d’Arte e poi Maestro, il tutto con una formula che viene tramandata e che risale al ‘700. All’interno della Massoneria la simbologia viene ritenuta più importante delle parole perché capace di sopravvivere al tempo e, cosa fondamentale, bisogna essere credenti. Si, questa è infatti la prerogativa su cui tutto si basa per poterne far parte a prescindere di quale idea si abbia di Dio. Insomma, una istituzione libera da qualsiasi vincolo dogmatico per chi abbia voglia di mettersi in discussione ed affrontare un lungo percorso introspettivo dove non c’è spazio né per la religione, né per la politica. Ma al di là della definizione, quando e dove nasce la Massoneria moderna? Ufficialmente a Londra il 24 giugno del 1717 per volere di quattro differenti Logge, cosi si chiamano le entità che raggruppano più Fratelli, con lo scopo primario di regolare i principi che avrebbero dovuto accomunarle; la definizione moderna sta a sancire il fatto che esistesse già in precedenza sotto le vesti delle Confraternite di mestiere, confraternite che erano presenti anche in Italia e che vedevano insieme scalpellini, tagliatori di pietre, muratori, architetti insomma, tutti coloro i quali erano addetti alla costruzione di edifici. Entrare nel merito non sarebbe semplice ma il costruire nella ricerca della perfezione, lo scoprire nella conoscenza, il credere nell’Architetto dell’Universo, sono i dogmi sui cui si erige l’intera Istituzione. All’interno di queste Logge vennero ben presto accettati anche personaggi che poco avevano a che fare nello specifico con quel mondo e le porte si aprirono cosi a filosofi, liberi pensatori e letterati. LeLogge si diffusero rapidamente e proliferarono in tutta Europa, soprattutto in Francia e fu proprio ad un Fratello francese, all’interno della Massoneria si è tutti Fratelli, Degresse-Tilly che fu chiesto di organizzarla in Italia. Nacque cosi il Grande Oriente d’Italia; era il 1805 e da quel momento, anche da noi, tutto fu regolamentato ed ordinato. Superfluo dire che in molti vi si avvicinarono per convenienza o per godere di amicizie importanti; ministri, direttori, presidenti, militari, giudici si trovavano infatti a sedere uno di fianco all’altro, ma di certo non mancavano intellettuali, idealisti, poeti, Ugo Foscolo uno tra i molti. Dopo la caduta di Napoleone, la Massoneria in Italia visse un momento difficile e rischiò di scomparire, almeno ufficialmente, ma fu con la nascita delle Società segrete come la Carboneria, vera linfa per il Risorgimento italiano, che anche se non organizzata riuscì a rappresentare quel sentimento unitario che portò alla nascita della nostra nazione cosi come la conosciamo oggi. MazziniGaribaldi, molti dei suoi generali sino a Nino Bixio ne facevano parte. Ma tornando alla nostra città, vediamo come vi si radicò. L’Oriente di Terni è formato da più Logge la più antica delle quali risponde al nome di Tacito, risale al settembre del 1862 ed è di Rito Scozzese. Tra i suoi Maestri venerabili Paolo Garofoli cosi come Giuseppe Marfori, mazziniano facente parte della Vendita Carbonara e della Giovane Italia. Di Rito Simbolico, ma due anni più tardi, è la creazione della Rinascimento e contemporaneamente della Stella dell’Umbria all’interno della quale entrerà a far parte la quasi totalità del Comitato Insurrezionale Ternano ma che verrà sciolta nel 1868Nel nome di Giuseppe Petroni, patriota, giurista, socialista e politico italiano, anch’esso massone con rapporti personali con Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, nel 1890 venne costituita una Loggia che raggruppava ventiquattro Fratelli provenienti da altre officine; Petroni, come abbiamo già scritto in altri passati articoli, fu soggetto attivo nella difesa della Repubblica Romana e per questo con la restaurazione del potere papale, nel 1853, fu prima carcerato e poi condannato a morte, pena poi tramutata in carcere a vita. Rimase rinchiuso sino al 1870, anno della presa di Roma dopo di che trascorse l’ultima parte della sua vita proprio a Terni, ospite della figlia Erminia e di suo marito, Federico Fratini, con il quale per tredici lunghi anni aveva condiviso la cella. Petroni, insieme a Giuseppe Mazzini, fondò e diresse il giornale La Roma del Popolo dalle cui colonne non perse occasione per diffondere la sue idee fortemente anticlericali. La sua appartenenza all’Istituzione lo portò anche a ricoprire per cinque anni la carica di Gran Maestro della Massoneria Italiana. Questo è quanto narrabile sino alla venuta del Fascismo perché con la Legge sulle Associazioni promulgata nel 1925 e la guerra senza esclusione di colpi dichiaratagli da Benito Mussolini che di fatto mirava a impedire ai fratelli l’accesso a cariche pubbliche, a Domenico Torrigiani, Gran Maestro dell’epoca, non restò altro da fare che dichiararla disciolta. Il provvedimento toccò chiaramente anche Logge e Fratelli ternani che ufficialmente vennero spogliati del loro essere Massoni. Nel dopoguerra si tornò a vivere un’altra situazione ma su quei fatti torneremo più avanti. Sono stati molti i ternani che nel corso degli anni si sono distinti per le loro qualità umane ed attività sociali e, certamente, non vogliamo scriverne qui uno freddo elenco perché rischieremmo di riportarne alcuni consci del fatto di dimenticarne altri di egual valore. Si può invece ragionare sul perché la nostra città abbia rappresentato un terreno fertile per l’Istituzione; la cultura ternana affonda le proprie radici nelle tradizioni agricole per poi, successivamente alla grande industrializzazione della fine dell’800, accumunare la maggior parte della popolazione in un destino operaio fatto di duro lavoro, fabbrica ma anche di lotte politiche per la conquista di diritti sacrosanti ma al tempo sconosciuti. E’ fuor di dubbio che le idee socialiste non faticarono a diffondersi sino a giungere alle più radicate convinzioni comuniste, il tutto alla ricerca di quella equità sociale che invece non trovava pari nella vita reale. Chiaramente ciò che oggi ci appare più chiaro, e cioè due visioni politiche, quella socialista e quella comunista nettamente distinte tra loro, al tempo non era cosi facilmente distinguibile. D’altro canto però fratellanza, uguaglianza e libertà rappresentavano, cosi come rappresentano tutt’ora, i cardini fondamentali della dottrina massonica e sono valori universali incontrovertibili. C’è anche da dire che la stessa borghesia ternana se da una lato, e per differenti motivi, era sempre stata per buona parte vicino alle stanze di Santa Romana Chiesa, dall’altro non aveva mai mancato di esprimere sentimenti liberali e progressisti. Ora, se considerare la Massoneria anticlericale è ancora oggi fonte di accesi dibattiti, è invece ampiamente riconosciuto che la Chiesa cattolica l’abbia sempre apertamente osteggiata. L’essere appartenuti allo Stato pontificio per lunghissimi anni, anche se con alterne vicende, può aver  pesato non poco sullo sviluppo della Massoneria nella nostra città, vuoi anche soltanto per una sorta di anticonvenzionalismo votato alla ricerca di altre vie. Ciò che poi è stato seminato prima e durante il Risorgimento, altro non ha fatto che contribuire al diffondersi delle sue stesse idee e delle sue tradizioni rinverdite altresì con i valori della Resistenza. Insomma, l’Istituzione ha raccolto nei secoli molti proseliti nella Conca e continua ad averne se è vero che è presente una Casa massonica importante e tanti Fratelli si riconoscono ancora nei suoi valori secolari.

di Roberto Pagnanini

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