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Interamna History – 30

Ternana e non solo, dal Foro Boario alla Pista

1024px Unione Sportiva della Società Terni 1926 1927

Nello scorso numero, parlando di sport, abbiamo posto l’attenzione sulla Pista, l’impianto sportivo costruito nelle adiacenze delle acciaierie, il tutto nella più evidente tradizione inglese. Abbiamo visto anche come, e per tanti anni, quell’impianto non ospitò soltanto partite di calcio ma gare di moto, bici, atletica, saggi e manifestazioni varie. Al suo interno infatti non giocò soltanto la Ternana nelle sue varie declinazioni, ma negli anni ’40 anche la squadra di rugby cosi come vide il passaggio di un Giro d’Italia. Ma finché non prese forma la Pista, i giovani pionieri del football locale dove tiravano i loro calci al pallone? Al Foro Boario, lungo il fiume … Questo nuovo giuoco, il calcio appunto, fa la sua apparizione nella Conca agli inizi del XX secolo; è più una moda, ci si vede al sabato su quello spazio lasciato libero della fiera o del mercato, non c’è un calendario, ci si sfida a chiamata organizzando partire tra amici. I bene informati ricordano tra questi pionieri i nomi di Filippo Mangiavecchi ed Emilio Abate che poi, era il 1915, saranno tra coloro che fondarono l’Interamna Football Club. La guerra però incombe e questo è più che sufficiente per far passare in secondo piano, o per lo meno sopire per un po’, la passione per il pallone che però rinasce intatta al termine del conflitto. Nascono allora ben due squadre: l’Unione Calcistica Ternana nel 1918 ed il Terni Football Club nel 1920, prima tra tutte ad adottare la classica maglia a strisce rosse e verdi. Ma è il 2 ottobre del 1925 quando dalla fusione della UC Ternana ed il Terni FC nasce l’Unione Sportiva Ternana, la progenitrice della attuale Ternana, che scende in campo per la prima partita ufficiale il 18 aprile del 1926 battendo a Perugia, e per 3 a 1, gli amati cugini … Trascorrono gli anni e cambiano i nomi che passano anche per quello più politicamente corretto per l’epoca di Polisportiva Fascista Ternana; non mancano neppure i guai e gli scioglimenti per motivi finanziari. La denominazione Polisportiva Fascista Mario Umberto Borzacchini  resiste sino al termine del secondo confitto mondiale ed è nel 1935/36 che i colori rosso-verdi diventano ufficiali. Ma in una città dove la fabbrica era tutto, la fabbrica pensava anche a tutto compreso al dopolavoro di chi li dentro ci spendeva la vita. Bellissime testimonianze rispetto allo sport dell’epoca si trovano raccontate all’interno del libro Biografia di una città scritto da Alessandro Portelli. Testimonianze inerenti anche a come venne finanziato quello che il regime pubblicizzò come il più grande campo sportivo dell’Italia centrale, la Pista appunto: una trattenuta di dieci lire una tantum più una lira al mese versate direttamente dagli operai … Gli avvenimenti sportivi comunque, venivano vissuti come eventi veri e propri; veder passare il Giro d’Italia o la Mille Miglia non erano certamente cose abituali. Al battito di quel maglio che scandiva il presente ed il futuro di migliaia di operai, nelle ore fuori dalla fabbrica si sostituì il CLT, il Circolo Lavoratori Terni con il quale la città si legò in maniera indelebile; nato nel 1927, soltanto pochi anni dopo, nel ’40, arrivò a contare oltre 18.000 soci. Un circolo che si è sempre proposto di essere attivo in tante direzioni: dall’educazione religiosa a quella sportiva, dall’organizzare eventi culturali ed artistici o finanche gite e serate danzanti. Negli anni, ma qui si rischierebbe di dimenticare nomi di atleti che al pari dei menzionati ne avrebbero diritto, da quella che fu la Unione Sportiva escono campioni come Amleto Falcinelli, pugile dieci volte azzurro, Ernesto Sabbati, due volte Campione Italiano e Campione Europeo dei pesi leggeri soprannominato il pugile che combatte con il libro in mano Umberto Trippa, lottatore bronzo ed argento rispettivamente ai Giochi del Meditterraneo di Alessandria d’Egitto e Barcellona, olimpionico ad Helsinki, Melburne e Roma ed argento ai Mondiali del ’53 a Napoli. Un altro fiore all’occhiello per lo sport ternano è stato senza dubbio rappresentato dalla scherma. Senza voler scomodare Ludovico Aminale, uno dei tredici cavalieri della famosa Disfida di Barletta, la nobile arte può contare grandi protagonisti tra le genti ternane: primo tra tutti Augusto Mezzetti al quale si deve l’idea e l’ardore di sottoporre all’allora sindaco della nostra città, era il 1886, il progetto per la realizzazione di una scuola di scherma, domanda che fu accolta il 15 ottobre dello stesso anno. Tra alterne vicende, l’iniziale Pro Patria, questo era il nome dell’accademia, divenne poi nel 1930 il Circolo Schermistico Ternano che sotto il maestro Giorgio Pessina venne poi affiliato alla Federazione Italiana Scherma. Come abbiamo scritto all’inizio, all’interno della Pista non si giocava soltanto al calcio ma, per esempio, si disputavano anche incontri di rugby. La palla ovale fa la sua prima comparsa nella Conca portata dal bolognese Massoli ed è il 1936 la sarà soltanto nel 1941 che una squadra ternana, la Gil Terni Rugby, parteciperà ad un campionato nazionale e le partite interne si giocano proprio nell’impianto di Viale Brin. Una esperienza interrotta purtroppo dalla guerra e ripresa soltanto agli inizi degli anni ’70. Che dire poi del ciclismo ternano che con la coppia Perona-Terruzzi conquisto nel 1948 l’oro nel tandem alle Olimpiadi di Londra. Tornando per un attimo agli inizi del secolo scorso, vale la pena soffermarsi anche su quello che fu lo sviluppo della motorizzazione che, basandosi sulla diffusione dell’automobile tra i ceti della piccola borghesia, nell’arco di pochi anni vide quadruplicare il numero delle unità. Senza ombra di dubbio, una spinta a questa crescita fu data dall’apparizione sul mercato della Fiat Balilla, un’auto che se pur non economicissima per il tempo, il suo costo era di 10.800 lire, era però più accessibile rispetto ai modelli fino a quel punto disponibili. Nel 1939 poi, la Fiat 500, o Topolino, implementò ancor di più questa tendenza alla crescita. Per la cronaca, al 31 dicembre del 1928 il Pubblico Registro dell’Umbria contava di 2.467 auto, 1.568 in provincia di Perugia e 899 in provincia di Terni, 575 autocarri e 1.371 motocicli, rispettivamente 973 a Perugia e 398 nella Conca.

di Roberto Pagnanini

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