Interamna History – 4
Le testimonianze medioevali nel tessuto urbano ternano
Nell’articolo pubblicato nello scorso numero di Daje mò abbiamo cercato di descrivere l’essere per Terni, nel Medioevo, una città di frontiera. Riprendiamo quindi il discorso partendo degli ultimi anni di quel periodo cercando anche di individuare quali segni che inseriti nel tessuto urbano, ha lasciato. Intorno al 1300, dovuta anche allo sviluppo della città con il conseguente fiorire di arti e mestieri, fu istituita una nuova magistratura, quella dei Priori, che andò ad aggiungersi ai Quattro di Credenza o, come normalmente venivano chiamati, Difensori del Popolo. La natura anticlericale della città tendeva sempre più a farsi presente e durante la Cattività avignonese, periodo durante il quale il papato venne trasferito presso la città francese, a causa di questo, oltre del fatto che si trovasse schiacciata tra le cattoliche Narni e Spoleto, si rese necessaria la sua alleanza con Todi che però si arrogò il diritto, tra il 1338 ed il 1354, di eleggere ben sette Podestà. Fu proprio in quest’ultimo anno che si sottomise al cardinale spagnolo Gil Alvarez Camillo de Albornoz. Il cardinale gli riservò delle condizioni economiche molto vantaggiose rispetto a quelle che erano richieste ad altri comuni: dalle casse ternane si richiese infatti soltanto un esborso di 500 fiorini per un periodo di dieci anni. Ma la storia di Terni continuò parallelamente alla sua natura di città di frontiera tanto che Antonio Tomacelli, fratello di Bonifacio IX, la trasformò in una rocca fortificata contro i Visconti, Ladislao I d’Angiò in testa di ponte per tentare la conquista di Spoleto, Braccio di Montone in signoria ed i mercenari di Martino V la riportarono ancora sotto i papi. Sono molte le testimonianze architettoniche medioevali a Terni ed alcune anche ben conservate come la Torre dei Barbarasa in Via Roma, una vera e propria casa-torre, o quella dei Castelli ed ancora Porta Spoletina e Porta Sant’Angelo. Proprio dall’alto della Torre dei Barbarasa, anche se in un periodo storico che racconteremo nelle prossime uscite, il vescovo Sebastiano Gentili benedì con la Reliquia del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo le genti ternane, stremate e rinchiuse nelle proprie case a causa della peste che colpì la città tra il 1656 ed il 1657. Ma l’elemento di più sicuro interesse è senz’altro la Chiesa di San Francesco i cui lavori per l’edificazione risalgono al 1265 ad opera dei frati Minori che, sino ad allora, trovavano rifugio in quello che tutti noi conosciamo come il cenacolo di San Marco ma che prima era incluso nel complesso di San Cassiano. Questo spazio era stato donato a Francesco dal vescovo Raniero che era rimasto affascinato dal suo carisma che più volte aveva notato durante le sue prediche perpetrate nella nostra città. Vi era la presenza anche di una casa nel rione Amingoni che, per similitudini storiche ed anche per la presenza di una piccola croce greca su in antico architrave che affaccia appunto sull’attuale piazza, può essere individuata in quella costruzione attigua posteriormente alla chiesa e nella quale, gli stessi frati si sarebbero trasferiti per seguire più da vicino le opere di costruzione che iniziarono circa quarant’anni dopo la morte del Poverello di Assisi. Anche le varie chiese di San Salvatore, citata già in documenti del 1047, San Lorenzo, edificata anch’essa tra l’XI ed il XII secolo, Sant’Alò dedicata al Santo Aloysius, un orafo vissuto alla corte dei re Merovingi ed eretta intorno al 1000 sui resti di un antico tempio forse dedicato alla dea Cibele, ed ancora San Pietro legata alla presenza degli Agostiniani e la cui costruzione si fa risalire al ‘300sulla base di quella si presume fosse l’antica cattedrale ariana della città, e dove forse fu firmato l’accordo tra Papa Zaccaria ed il re longobardo Liutprando ricordato nel Liber Pontificalis, rappresentano altrettante testimonianze importanti di un’epoca che vide Terni essere protagonista attiva di vicende che cambiarono non soltanto al sua storia, ma quella della stessa Italia. A pochi chilometri dal centro cittadino poi, risalenti proprio nel Medioevo, troviamo le prime indicazioni del castello di Papigno, una fortificazione posta in posizione altamente strategica che la famiglia degli Arroni cedettero in pegno al comune di Terni per 1300 lire lucchesi a fronte di un prestito. Successivamente acquistato dallo stesso comune, il castello permetteva un controllo privilegiato su quelli che erano due assi viari importanti come la Valnerina e la Via Curia che risaliva la montagna per condurre sino a Rieti. Un’altra fortificazione fu eretta tra Miranda e Rocca Carlea, il luogo che oggi conosciamo come Perticara Alta. Un castello che nei secoli fu al centro di continue faide, battaglie e domini. Saccheggiato da Ottone IV, fu poi sottomesso a Narni e poi completamente distrutto da Federico II. Soltanto successivamente fu permesso ai Narnesi di riedificarlo che lo persero definitivamente nel 1331 dopo l’ennesima guerra contro Terni. Passato sotto la giurisdizione della Chiesa per opera di Bonifacio IX, venne completamente dismesso quando Ladislao Re di Napoli, la ritenne troppo pericoloso per le mire narnesi. Anche Piediluco vanta testimonianze medioevali tra le quali la Rocca Albornoz che era integrata in quello che, il cardinale spagnolo appunto, intravedeva come sistema difensivo dei territori conquistati dalla Chiesa. Come tralasciare poi il borgo di Portaria situato all’interno del comune di Acquasparta la cui costruzione sembra risalga al XII secolo ma che danno la zona abitata da molti secoli prima. Successivamente poi, le cronache di Portaria erano destinata ad arricchirsi anche della presenza di Lucrezia Borgia, figlia illegittima di papa Alessandro VI, figura femminile tra le più controverse del Rinascimento Italiano. In pratica però, tutto il circondario ternano è pieno di testimonianze di epoca medioevale: da Stroncone a San Gemini, da San Liberato a San Mamiliano, da Torreorsina a Sismano, a Tenaglie e decine di altri piccoli borghi, provano l’importanza di un territorio che appunto, era di confine. Tornando nel nostro centro urbano, a parte le chiese delle quali abbiamo trattato all’inizio di questo articolo, non possiamo tralasciare uno dei segni ancora ben visibili e che fanno parte del nostro quotidiano come cinta muraria che si fonda in età romana ma che viene migliorata e fortificata proprio nel Medioevo. Terni era una città sempre in guardia pronta a resistere ai continui tentativi di invasione ed alla quale si poteva accedere soltanto tramite cinque porte: a sud da Porta Romana, a nord da Porta Spoletina, ad est da porta San Giovanni e dalla Porta del Sesto e per ultimo, ad ovest, da porta S. Angelo. Di queste porte ne sono rimaste solo due, quella Spoletina e S. Angelo. Alcuni dei torrioni di difesa sono ancora oggi visibili e inglobati nel tessuto urbano come, per esempio, quello situato in Via Battisti ed utilizzato come edicola votiva. Un vero e proprio baluardo difensivo doveva essere rappresentato dal forte del Cassero situato presso la Porta Romana. Il periodo basso del Medioevo fu caratterizzato da carestie, pestilenze, guerre che in generale, in Europa, coincisero con una grande riduzione demografica, basti pensare che tra il 1347 e il 1350, la peste nera uccise quasi un terzo della popolazione. A tutto questo va aggiunto che varie controversie, il tema delle eresie, lo scisma d’occidente, il tutto all’interno della Chiesa cattolica, portarono ad una serie infinita di conflitti e rivolte ma anche a sviluppi culturali e tecnologici che sarebbero stati destinati a portare il mondo verso l’Età Moderna che vide il suo inizio con la scoperta dell’America e, dopo tre secoli, con l’evento della Rivoluzione Francese, all’Età contemporanea. Di tutte queste trasformazioni non fu immune Terni e di questo, e molto altro, racconteremo nelle prossime uscite.
di Roberto Pagnanini