Interamna History – 2
Interamna ai tempi di Roma, del suo Impero e di San Valentino
Il periodo temporale che porta Terni sino alla conclusione di quella che viene considerata la Storia antica, e che cioè quella termina nel 476 d.c. con la caduta dell’Impero Romano e che poi vedrà l’inizio dell’alto Medioevo, rappresenta la prima vera trasformazione del territorio e delle genti che lo abitarono. Anche se non vi è data certa di quando quel primo nucleo abitativo entrò a fare parte della allora amministrazione romana, prendendo come riferimento il taglio del costone delle Marmore che diede poi vita alla cascata che noi tutti conosciamo, avvenuto all’incirca nel 290 a.c. per volere del console Manio Curio Dentato famoso tra l’altro per aver messo fine alle guerre sannitiche, si può ipotizzare che l’originario centro situato tra il fiume Nera e il torrente Serra, da qui il nome di Interamna, in quei tempi fosse già stato romanizzato e trasformato in una colonia latina. Il tutto, tra l’altro, potrebbe anche coincidere con la fondazione di un’altra colonia, quella di Narnia. La storia ed i rapporti di Interamna con Roma furono segnati da avvenimenti altalenanti ed a volte anche particolarmente segnanti per la vita quotidiana delle genti. Un esempio? Durante la seconda guerra punica, la colonia latina non riuscì a fornire un proprio contingente armato cosi come richiesto dal Senato che la tacciò di tradimento con tanto di emanazione di una apposita legge e la recensione delle liste censorie, fatto che gli permetteva l’arruolamento diretto dei militi da inviare all’estero. Già prima, in occasione della guerra tra i cartaginesi e romani, Terni si schierò con Annibale e la sua sconfitta le costò balzelli e tasse da riconoscere ai vincitori. Quello fu anche però il periodo che il centro abitativo iniziò a dotarsi delle sue mura a protezione e con il riassetto della via consolare Flaminia,iniziò anche un periodo fiorente di commerci e scambi. L’area urbana era racchiusa da una cinta muraria costituita da grossi blocchi di pietra sponga che venne poi inglobata in quelle che poi risulteranno essere le successive mura medioevali ancora visibili nella zona di Porta S. Angelo. Il passaggio della Flaminia all’interno dell’insediamento diede vita al cardo maximus, le attuali Via Roma e Corso Vecchio, e del decumanus maximus, oggi Via Covour e Via Garibaldi. Il ridisegnare la via consolare dando precedenza al nuovo percorso che attraverso Interamna passava per Spoleto e proseguiva da Foligno sino al mare, che coincise con conseguente perdita di importanza del ramo occidentale, diede vita anche con il declino di Carsulae che proprio dall’essere nata sul suo andare aveva fatto la sua fortuna, attirando genti immigrate dai monti circostanti per migliorare le proprie condizioni di vita. Non fossero poi bastati vari tentativi di conquista da parte dei barbari, ci pensò un terremoto a piegarla per poi, nel medioevo, essere completamente abbandonata. Ma tornando a Terni, c’è da dire che gli edifici di epoca romana più importanti sono da catalogarsi comunque a partire dal I d.c. in piena Età Augustea e, tra tutti, quello meglio conservato è l’anfiteatro Fausto che poteva ospitare fino a 10.000 persone. Ma non soltanto questo perché le Terme di palazzo Gazzoli, i resti di un teatro inglobati in costruzioni successive tra Via Tre Colonne e Via XI Febbraio, una cisterna lungo Via degli Artieri, testimonianze di un ponte romano in prossimità di quello che sarà poi il ponte S. Angelo cosi quelli di una domus presso Palazzo Spada, i resti di una basilica nell’area su cui incideva la chiesa di San Giovanni decollato e tanti altri reperti, sono segni tangibili di ciò che rappresentasse quello che era diventato un importante Municipum romano. Interamna fu cosi iscritta alla tribù Ciustumina ed inserita nel Regio VI Umbria. Ciò che molti secoli dopo avrebbe caratterizzato le sorti di una nuova Terni tanto da farla conoscere nel mondo come la Manchester italiana, e cioè la grande quantità di acqua con la quale produrre elettricità e alimentare cosi le sue grandi acciaierie, nell’Interamna di Roma fece si che i terreni fossero particolarmente fertili e questo sviluppò una fiorente agricoltura, cosi come la sua centralità e le tante vie di comunicazione le garantirono possibilità di commerci. Interamna fu anche teatro di eventi importanti come lo scontro tra le coorti di Vitellio e le legioni di Flavio Vespasiano nel 69, dell’omaggio della delegazione senatoriale romana all’imperatore Settimio Severo nel 193 o ancora dell’assassinio perpetrato dai suoi stessi soldati dell’imperatore Treboniano Gallo e di suo figlio Vibio Volusiano. Anche se le fonti sono contrastanti, Interamna avrebbe anche dato i natali allo storico Publio Cornelio Tacito e all’imperatore Marco Claudio Tacito. Cosa certa invece, è che divenne sede di una folta comunità religiosa cristiana e non è sicuramente una leggenda l’esistenza ed il martirio di San Valentino da Interamna che qui nacque intorno al 176. Di famiglia patrizia, Valentino che fu fatto vescovo a soli 21 anni, venne prima torturato e poi, di notte, decapitato il 14 febbraio del 273 per mano del soldato romano Furius Placidus su ordine dell’imperatore Aureliano in seguito delle persecuzioni ai cristiani e, ancor di più, perché la sua fama stava diventando sempre più ingombrante per Roma. Valentino era già stato arrestato una prima volta sotto Claudio II il Gotico che lo invitava a sospendere le celebrazioni religiose e ad abiurare il proprio credo che però, di tutta risposta, ottenne il tentativo da parte del giovane vescovo di convertirlo alla fede cristiana. L’imperatore lo graziò ma Valentino non si trattenne dal suo scopo sino a che, all’età di 97 anni, trovò la morte dopo essere stato accusato di aver celebrato il matrimonio tra il legionario romano pagano Sabino e la cristiana Serapia. Catturato e portato fuori dalla città lungo la via Flamina, il santo passò prima per la tortura e poi per la decapitazione. La leggenda vuole che il matrimonio venne celebrato di fretta perché lei era malata ed entrambi morirono durante la benedizione. Le spoglie di San Valentino sarebbero state raccolte dai suoi discepoli Proculo, Efebo e Apollonio che successivamente morirono anch’essi martiri. Il culto di San Valentino viene praticato sia dalla chiesa cattolica, sia da quella ortodossa che da quella anglicana e ancora oggi è considerato il Patrono degli innamorati ed il protettore degli epilettici.
di Roberto Pagnanini